Prima della Scala 2024, la Forza del Destino di Giuseppe Verdi diretta da Riccardo Chailly

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Sabato 7 settembre l'opera che da 25 mancava al Piermarini aprirà la Stagione 2024/2025 con regia di Leo Muscato. Nel teatro irromperà la guerra, tema di attualità. Il cast stellare schiera Anna Netrebko, Ludovic Tézier e Brian Jagde, che ha sostituito Jonas Kaufmann assente per motivi familiari. L'ultima prima del sovrintendente Dominique Meyer sarà dedicata alla soprano Renata Tebaldi, scomparsa nel 2004 e interprete di Leonora nel 1955. Ospiti tenori Placido Domingo e José Carreras e soprano Rajina Kabaibanska

Sabato 7 settembre alle ore 18 La forza del destino di Giuseppe Verdi inaugurerà la Stagione 2024/2025 del Teatro alla Scala. L’opera che ha aperto la stagione 59 anni fa e che da 25 mancava nel teatro milanese sarà diretta per la prima volta dal direttore musicale Riccardo Chailly. All'apertura della stagione irromperà quindi la guerra, un elemento molto vicino all'attualità e costante nel titolo verdiano che sarà interpretato da un cast stellare che include Anna Netrebko nei panni di Donna Leonora (Elena Stikhina il 28 dicembre e il 2 gennaio), Ludovic Tézier nei panni di Don Carlo di Vargas (Amartuvshin Enkhbat il 2 gennaio), e Brian Jagde nei panni di Don Alvaro (Luciano Ganci il 22 e 28 dicembre e il 2 gennaio). L'interprete ha sostituito all'ultimo Jonas Kaufmann, che ha dato forfait per motivi familiari. Sul palco anche Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Preziosilla, Alexander Vinogradov nel ruolo del Padre Guardiano (con Simon Lim il 28 dicembre e 2 gennaio), Marco Filippo Romano nel ruolo di Fra Melitone, Fabrizio Beggi nel ruolo del Marchese di Calatrava, Carlo Bosi nel ruolo di Mastro Trabuco, Marcela Rahal nel ruolo di Curra, Huanhong Li nel ruolo di un Alcalde e Xhieldo Hyseni nel ruolo di un Chirurgo. Firmerà la regia dell'opera Leo Muscato, che ha ambientato ogni atto in un periodo (e in una guerra) diversa, dal Settecento ai giorni nostri. "Abbiamo l'idea naïf che l'umanità faccia progressi e quest'opera mette il dito nella piaga sul fatto che l'umanità poi non fa tanti progressi ma è sempre la stessa", soprettutto quando prevalgono "desiderio di vendetta e di prevalere" che "generano disastri", ha spiegato il sovrintendente e direttore artistico Dominique Meyer, che terminerà il suo incarico il prossimo 28 febbraio e cederà il ruolo al successore Fortunato Ortombina. "Non sono di pietra e mi dispiace lasciare Milano", ha aggiunto in merito. "Mi è dispiaciuto lasciare anche Parigi e Vienna. Mi sono affezionato alla città, al teatro, non ai muri che cerco di tenere in ordine come un custode, ma alle 900 persone che lavorano qua e al pubblico. La mia vita è una collezione di emozioni". Le scene di Federica Parolini, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Verazzi completeranno La forza del destino. La Serata inaugurale sarà dedicata nel ventennale della scomparsa alla soprano Renata Tebaldi, splendida interprete della parte di Leonora alla Scala nel 1955 sotto la direzione di Antonino Votto. Ospiti i tenori Placido Domingo e José Carreras e la soprano Rajina Kabaibanska. Confermata anche la presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro alla Cultura Alessandro Giuli. L’opera sarà eseguita integralmente nella versione del 1869 ripensata da Verdi per la Scala, secondo l’edizione critica curata per Ricordi da Philip Gossett e William Holmes nel 2005. Come ogni anno, lo spettacolo sarà trasmesso in diretta televisiva. La Prima sarà preceduta mercoledì 4 dicembre dall'Anteprima per gli Under30 e seguita da sette repliche il 10, 13, 16, 19, 22, 28 dicembre e 2 gennaio. Meyer si augura che "gli spettatori escano con il sorriso, con la testa piena di colori, suoni ed emozioni".

LA FORZA DEL DESTINO, DA ARTURO TOSCANINI A RICCARDO CHAILLY

La forza del destino è il nono titolo verdiano di Riccardo Chailly al Teatro alla Scala e l’undicesima inaugurazione del Maestro. Dopo le giovanili Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021, lo scorso anno Chailly aveva scelto per il 7 dicembre un grande titolo, spesso proposto in apertura di stagione: Don Carlo. L’opera attuale è invece un capolavoro poco presente in cartellone e segna la riconciliazione tra Giuseppe Verdi e il Piermarini dopo la frattura intervenuta con Bartolomeo Merelli in occasione della prima assoluta di Giovanna d’Arco nel 1845. Il compositore non avrebbe più scritto un’opera nuova per il Teatro milanese fino a Otello nel 1887, ma ha modificato la partitura de La forza presentata a San Pietroburgo nel 1862 in occasione della prima a La Scala nel 1869 con Eugenio Terziani sul podio, Teresa Stolz protagonista e lo stesso Verdi sovrintendente dell’allestimento. Nell’Ottocento l’opera è stata ripresa solo nel 1871 e nel 1877 con la direzione di Franco Facci. Arturo Toscanini ha ripreso il titolo nel 1908 e nel 1928 con una nuova produzione firmata da Giovacchino Forzano. Le scene di Edoardo Marchioro hanno fatto da sfondo anche alle produzioni dirette da Giuseppe Del Campo nel 1929 e nel 1930, da Gabriele Santini nel 1934, da Gino Marinuzzi nel 1940 e da Victor de Sabata e Nino Sanzogno nel 1943. Nel Dopoguerra, nello specifico nel 1949, il direttore Victor de Sabata in alternanza con Nico Sanzogno ha riportato alla Scala La forza del destino con la regia di Carlo Piccinato e le scene di Nicola Benois, che ha firmato i bozzetti di tutti gli allestimenti fino al 1965. Antonino Votto ha poi diretto l’opera nel 1955 con Renata Tebaldi come Leonora e Giuseppe Di Stefano come Don Alvaro, e ancora nel 1957 e 1961. Nel 1965 Gianandrea Gavazzeni ha scelto La forza per aprire la Stagione con la regia di Margherita Wallmann, le scene di Nicola Benois e il cast del 7 dicembre con Ilva Ligabue, Carlo Bergonzi, Piero Cappuccilli (sostituito dal secondo atto da Carlo Meliciani), Nicolai Ghiaurov, Giulietta Simionato e Luciana Savignano. Dopo aver inaugurato la Stagione 1965/66, l’opera è tornata alla Scala nel 1978, diretta da Giuseppe Patanè per la regia di Lamberto Puggelli. Le scene sono tate firmate da Renato Guttuso, che aveva già collaborato alla creazione di altri tre spettacoli alla Scala. Storico il cast, con Montserrat Caballé, José Carreras, Piero Cappuccilli e Nicolai Ghiaurov. Il titolo è stato poi rimesso anni in cartellone dopo ben 21 grazie Riccardo Muti con la regia di Hugo de Ana, che ha firmato anche scene e costumi. Tra i protagonisti Georgina Lukács, José Cura, Leo Nucci e Luciana D'Intino e Alfonso Antoniozzi. Lo stesso allestimento è stato portato in tournée in Giappone l’anno seguente con Muti sul podio per le ultime esecuzioni della versione scaligera del 1869 con i complessi del Teatro. La Forza è tornata alla Scala anche nel 2001, quando i complessi del Mariinskij diretti da Valery Gergiev hanno eseguito la versione di San Pietroburgo del 1862 nell'ambito della rassegna Grandi Teatri per Verdi.

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IL GRANDE RITORNO DI ANNA NETREBKO

Dopo il trionfo nel 2023 in Don Carlo e nel 2016 in Giovanna D’Arco, tornerà per l’inaugurazione della stagione Anna Netrebko, artista di casa al Teatro alla Scala che il 29 novembre sarà impegnata anche nel concerto straordinario diretto da Riccardo Chailly nel centenario della scomparsa di Giacomo Puccini. Il 7 dicembre debutterà poi Brian Jadge, reduce da diverse produzioni dell’opera nei principali teatri del mondo, da Parigi a Londra, che alla Scala è già stato Turiddu in Cavalleria rusticana e Calaf in Turandot. Approderà all'inaugurazione in scena anche il grande baritono Ludovic Tézier, che durante il lockdown aveva partecipato al 7 dicembre televisivo ...A riveder le stelle e aveva cantato in Onegin e Lucia nel 2006 e a Un ballo in maschera nel 2022. Alexander Vinogradov, invece, è stato recentemente ascoltato nel Requiem di Verdi diretto in San Marco da Riccardo Chailly nel centocinquantenario dalla prima esecuzione. Il mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya, emersa negli ultimi anni come interprete  rossiniana, tornerà poi alla Scala il 21 dicembre nel Concerto di Natale con la Petite Messe Solennelle di Rossini, diretta da Daniele Gatti, e il prossimo giugno come Adalgisa in Norma, diretta da Fabio Luisi. Ancora, Marco Filippo Romano è uno dei più affermati giovani bassi italiani: alla Scala ha cantato nell'Italiana in Algeri diretta da Ottavio Dantone, nel Barbiere diretto da Chailly (e nella ripresa con Evelino Pidò) e nelle Zite 'ngalera di Vinci dirette da Andrea Marcon. Fondamentali in un’opera come La forza sono anche le parti apparentemente minori come il Marchese di Calatrava, interpretato da Fabrizio Beggi (che è stato uno splendido Monterone nel Rigoletto diretto da Michele Gamba), Mastro Trabuco, interpretato da Carlo Bosi, e Curra, l’Alcalde e il Chirurgo interpretati da Marcela Rahal, Huanhong Li e Xhieldo Hyseni. Personaggio essenziale nel grande affresco è infine il Coro, diretto da Alberto Malazzi.

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MEYER: "UNA TRACCIA NELLA STORIA DEL TEATRO ALLA SCALA"

“Probabilmente è l’ultima conferenza che faccio qua e sono felice di vedere tutte queste persone che mi hanno aiutato in questi ultimi anni”, ha detto Meyer, che ha anche ringraziato il Maestro Riccardo Chailly con il quale ha “lavorato bene in questi ultimi anni. Noi ce la mettiamo tutta, prepariamo in anticipo, lo facciamo con tutta la competenza che abbiamo, con energia e voglia di far bene. Può non piacere ed essere criticato ma dobbiamo prenderla con filosofia perché sappiamo quanto è delicata un’opera così complessa. Siamo consapevoli di questa fragilità e quello che fa il bene di questa arte, delicata e fragile. Dobbiamo essere tutti modesti, al servizio dell’arte e di questi grandi capolavori lasciati dai grandi compositori del passato”. Il prossimo 7 dicembre, ha assicurato Meyer, “sarà un bel momento forte e spero che lascerà una traccia nella storia del Teatro alla Scala”. Ha poi aggiunto che "Alcuni dei cantanti del cast sono compagni di strada a lungo termine, altri ci hanno raggiunti in questi ultimi anni e poi c'è il nostro tenore (Brian Jadge, ndr), arrivato all'ultimo momento. Non è facile trovare un tenore all’altezza di un’opera come questa e sono felice di aver riunito questa famiglia”.

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