Chiara Ferragni si racconta in un'intervista al Corriere, da Fedez al caso Pandoro

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L'imprenditrice e influencer racconta la sua versione dei fatti in un lungo colloquio con Giuseppe Guastella e Candida Morvillo alla vigilia della diffusione dei rumor sulla rottura col marito. "Problemi da tenere tra le mura familiari"

La versione di Chiara Ferragni, quella completa e – forse – definitiva – arriverà domenica 3 marzo da Fabio Fazio. O magari prima con un comunicato. Intanto il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista esclusiva con l’imprenditrice digitale, realizzata il 20 febbraio, appena due giorni prima che i rumor sulla separazione tra lei e Fedez invadessero la rete partendo da Dagospia per poi finire in un tam tam mediatico di riprese, voci di conoscenti, domande, risposte quasi sempre elusive come quelle date dalla madre del cantante all’AdnKronos o quelle non date dallo stesso Fedez durante la sfilata di Versace alla Milano Fashion Week.

"In tanti weekend non c'è stato, in altri sì"

L’intervista del Corriere verte soprattutto sul Pandorogate, non ci sono domande esplicite sulla separazione, ma un riferimento alla presunta crisi della coppia, che da tempo non condivideva foto insieme se non per la rara eccezione di una storia su Instagram per San Valentino, c’è. E alla domanda sull’assenza del marito dai momenti di relax che si è presa in un momento così delicato per lei, Chiara Ferragni aveva risposto: “Lui in tanti weekend non c’è stato. In altri, c’è stato”.

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"PROTEGGERE LA FAMIGLIA"

E ancora: “Comunque, è mio marito. E secondo me, in certe situazioni di caos esterno, le altre cose è meglio tenerle dentro la coppia”. Ovvero “la priorità è proteggere la famiglia e i figli. Poi, naturalmente, qualunque cosa io faccia, se ne parla, se la faccio con lui o se la faccio senza di lui, e chiunque nel mondo può dire la sua e avere le sue opinioni. Ma per me, piuttosto che dare spiegazioni, è più importante fare quello che reputo più giusto: tenere i problemi tra le mura familiari”. Se da queste mura familiari Fedez fosse già uscito a quel giorno, racconta il Corriere, Chiara Ferragni ha saputo mascherare quella sofferenza e quella fatica che trasparivano comunque dai suoi occhi.

"SCIOCCATA DALLA NOTIZIA DEL CASO BALOCCO"

Il resto dell’intervista firmata da Giuseppe Guastella e Candida Morvillo verte sulla sua attività di imprenditrice e su come sia stata travolta dallo scandalo Balocco e da quelli che sono seguiti. Si parte dalla reazione alla notizia: “Sono rimasta completamente scioccata – ha raccontato Ferragni – Anche perché ho saputo la notizia dalle agenzie, contemporaneamente a tutti gli italiani. Era venerdì, ho passato anche sabato e domenica chiusa in casa, con addosso la stessa tuta, a leggere i tweet terribili su di me e dire: cosa cavolo sta succedendo?”. La tuta menzionata è quella del famoso video di scuse: “Da tre giorni leggevo cose completamente false, tipo che avevo truffato i consumatori e perfino i bambini malati – ha proseguito -. Ero veramente scossa e dopo varie prove ho postato il video”. E ha annunciato la decisione di donare 1 milione di euro all’Ospedale Regina Margherita di Torino, ma le critiche sono continuate.

In una combo Chiara Ferragni durante i tre spot per il pandoro, l'uovo di Pasqua e  la Cocacola. ANSA

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"UN ERRORE DI COMUNICAZIONE"

La sua idea continua a essere che si sia trattato di un errore di comunicazione: “Ci siamo resi conto che alcuni processi di analisi interna avrebbero potuto essere gestiti meglio. E stiamo lavorando per migliorare alcuni profili organizzativi”, spiega, ma ribadisce che la donazione era stata voluta da lei e il suo team e inserita nel contratto con Balocco: “È stata fatta subito dopo la firma del contratto ed è stata fatta subito proprio perché l’importo di 50 mila euro era certo e slegato dalle vendite e poi perché speravamo che il macchinario arrivasse prima della messa in vendita del pandoro”.

RICORSO AL TAR

Il futuro, con certezza, riguarda l’esito del suo ricorso al Tar “contro una sanzione che ritengo ingiusta e sproporzionata, ovviamente la pago e, se qualcosa otterrò indietro, donerò anche quello”, poi rimane un incognita: “Non so se il mio è un lavoro che farò per tutta la vita o se vorrò raccontare la mia vita per sempre”, ha risposto spiegando che per lei è una sorta di vocazione da quando, a 16 anni, si faceva gli autoscatti col treppiede per raccontarsi agli altri. E se tutto finisse all’improvviso? “La paura è costante. In un lavoro come il mio che è completamente nuovo, temi sempre che il trend possa cambiare e di non piacere più”.

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