May Pang, l'amante di Lennon intervistata nel docu "The Lost Weekend: a Love Story"
Spettacolo ©GettyPer un breve periodo durante gli anni Settanta, May Pang è stata l'amante del famoso cantante dei Beatles (allora già ex cantante dei Fab 4). Era l'assistente personale di Lennon, scelta dalla stessa Yoko Ono (la quale assecondò May anche a diventare sua amante, durante la rottura tra lei e Lennon). Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla donna che ebbe una relazione di 18 mesi con la star della musica assassinata l’8 dicembre 1980 davanti al palazzo Dakota (in cui abitava con Yoko)
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Si chiama May Pang e, dopo essere stata intervistata nel documentario The Lost Weekend: a Love Story, è sulla bocca di tutti quanti. In molti si chiedono infatti chi sia questa “misteriosa” donna che è stata l'amante di John Lennon, anche se di misterioso May Pang non ha nulla: era l'assistente personale dell’ex cantante dei Beatles, nel periodo inglese e anche in quello in cui andò a vivere negli Stati Uniti d'America, nella sua amata New York (che è inoltre la città natale di May Pang).
È stata scelta dalla stessa Yoko Ono, la quale ha anche poi caldamente consigliato a May di intessere una relazione amorosa con Lennon nel periodo in cui lui e Yoko attraversavano una crisi nera (che portò John ad andarsene dal Dakota Building, il palazzo newyorkese in cui abitava con la moglie Yoko Ono, auto-esiliandosi a Los Angeles per alcuni mesi).
Soltanto per 18 mesi Lennon e May Pang sono stati amanti, prima che lui chiedesse a Yoko di riprenderlo con sé, tornando finalmente al suo amato Dakota e alla sua adorata Grande Mela. E, diciamocelo, alla sua idolatrata Yoko Ono.
“Fu Yoko Ono a chiedermi di avere una relazione con John Lennon”, racconta ora May Pang in The Lost Weekend: a Love Story, documentario che arriva nei cinema americani il 13 aprile, cinquant’anni dopo i fatti che narra. May Pang all’epoca aveva ventidue anni. “In un certo senso Yoko si approfittò di me, perché ero ingenua. Ma mi fece anche un dono: John e io ci innamorammo”.
Questa donna sa ovviamente di non essere stata l’unico amore di Lennon. “Amava Cynthia, amava Yoko, ma ha amato anche me”, racconta Pang in un’intervista concessa al Corriere della Sera, pubblicata in queste ore.
“Yoko venne nel mio ufficio. Da tre anni lavoravo per loro. Ed esordì così: ‘John e io non andiamo d’accordo’. Chiunque lavorasse con loro lo sapeva, ma non ne parlavamo, erano i nostri capi”, ha raccontato May Pang al Corriere della Sera. “‘Comincerà a vedere altre persone’. E poi aggiunse: ‘Tu non hai un fidanzato, giusto?’. Io alzai lo sguardo e risposi: ‘Non è una cosa che mi interessa’. Ma lei: ‘Penso che saresti perfetta’. Dicevo di no, lei insisteva. Poi si è alzata e se n’è andata. E io sono rimasta là, in lacrime. Ma non cominciai a frequentarlo perché me l’aveva chiesto lei. Fu lui a corteggiarmi. Più avanti John mi disse che Yoko era andata anche da lui: ‘È tutto risolto. Puoi uscire con May’. Ma John era scioccato quanto me. All’inizio non voleva”, ha rivelato Pang al Corriere.
Un scrittrice che deve la sua fama soprattutto ai libri su Lennon (gli unici da lei scritti)
May Fung Yee Pang è oggi una famosa scrittrice statunitense (si tratta di una donna americana in quanto nata a New York nel 1950, ma è di origini cinesi).
Nel 1973 Lennon e Yoko Ono decisero di separarsi, per poi tornare insieme dopo circa un anno e mezzo. La relazione sentimentale che lui ebbe con Pang è stata in seguito definita dal cantante come il suo "Lost Weekend”, espressione da cui deriva il titolo del documentario The Lost Weekend: a Love Story.
May Pang ha pubblicato due libri in cui racconta la sua relazione con John Lennon, intitolati Loving John (Warner, 1983) e Instamatic Karma (St. Martins, 2008), quest'ultimo un libro fotografico.
Dopo la fine della relazione con John Lennon, May Pang si è sposata con il produttore Tony Visconti (storico collaboratore di David Bowie). Il matrimonio è durato dal 1989 al 2000 e da lui ha avuto due figli, Sebastian e Lara.
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Figlia di immigrati cinesi
May Pang è figlia di immigrati cinesi. È cresciuta nel quartiere Spanish Harlem di New York insieme alla sorella maggiore e a un fratellastro. Mentre i suoi fratelli sono nati in Cina, lei è nata a New York.
La loro madre gestiva una lavanderia a Spanish Harlem (un ruolo che suona molto attuale grazie al film pluripremiato Everything Everywhere All at Once in cui la protagonista gestisce proprio una lavanderia americano-cinese). Dopo che il condominio dove abitava la sua famiglia venne destinato alla demolizione, May Pang si dovette trasferire in un appartamento tra la 97ª Strada e la 3rd Avenue, a Manhattan.
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Il suo sogno era quello di diventare una modella
May Pang si è diplomata alla Saint Michael Academy e ha poi frequentato il New York City Community College.
Il suo sogno era quello di diventare una modella ma non riuscì a intraprendere quel tipo di carriera poiché le agenzie le dicevano che era troppo “etnica”. Nel 1970 ha cominciato a lavorare come receptionist alla ABKCO Records per Allen Klein, che all'epoca gestiva gli interessi della Apple Records e di tre ex membri dei Beatles: John Lennon, George Harrison e Ringo Starr.
Fu così che le venne chiesto di aiutare Lennon e l’allora già sua consorte Yoko Ono, facendo da assistente per i loro progetti avanguardistici (tra cui i film sperimentali Up Your Legs Forever e Fly). In seguito fu scelta dai coniugi Lennon come segretaria personale e factotum della coppia sia a New York che in Inghilterra. Quando Lennon si trasferì da Londra a New York nel 1971, Pang diventò la loro collaboratrice fissa.
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L’espressione “Lost Weekend” usata da Lennon
Quando tra Lennon e Ono le cose presero una piega inaspettatamente negativa (“inaspettatamente” per i fan, dato che gli amanti per antonomasia sono proprio John Lennon e Yoko Ono, con buona pace di Romeo e Giulietta), lei spinse il marito tra le braccia di May Pang. “Questo perché, come Ono racconterà in seguito, temeva che Lennon potesse staccarsi definitivamente da lei, cominciando a frequentare altre donne”, scrivo nel saggio La maledizione del Dakota. Rosemary's Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri. “Nell'ottobre 1973 John e May Pang lasciarono New York per andare a Los Angeles per promuovere il disco Mind Games. Poi decisero di fermarsi lì. Lennon e Pang rimasero assieme fino al 1975, anno in cui tornerà con Yoko e da Yoko: al Dakota”.
Lennon ha poi definito la sua relazione con Pang, della durata di 18 mesi, il suo "Lost Weekend" (Weekend perduto), con riferimento agli omonimi romanzo e film dallo stesso titolo: Giorni perduti (titolo originale inglese: The Lost Weekend, appunto). Parliamo del film di Billy Wilder del 1945 a cui va il merito di essere stata la prima produzione di Hollywood che affronta il tema dell'alcolismo con un approccio drammatico, contribuendo a creare la consapevolezza dell'abuso di alcolici come malattia sociale negli Stati Uniti. Non a caso Lennon ha citato Giorni perduti: nel periodo a Los Angeles è caduto in una spirale autodistruttiva di alcolismo e droghe.
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Diciotto mesi di dissoluzione e alcolismo
“John Lennon e Yoko Ono hanno vissuto per un po' di tempo nel quartiere Greenwich Village di New York, dopo di che hanno acquistato un appartamento al Dakota e si sono trasferiti lì”, si legge nel saggio La maledizione del Dakota. Rosemary's Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri. “Per parecchi mesi, per l'esattezza diciotto, Lennon e consorte si sono separati: Yoko Ono è rimasta a New York al Dakota, mentre lui è stato allontanato da lei. Il posto in cui è stato esiliato era proprio Los Angeles. Nella città del cinema John Lennon ha trascorso diciotto mesi di dissoluzione e alcol”.
Lennon di quel periodo ha parlato così: “Il mio primo pensiero è stato: urrà! Vita da scapolo! Urrà! Urrà! Poi un giorno mi sono svegliato e ho pensato: ‘Ma cos'è questa storia? Io voglio tornare a casa’. Solo che lei non voleva che tornassi. Ecco perché i mesi invece di sei sono diventati diciotto. Parlavamo in continuazione al telefono io le ripetevo: ‘Questa situazione non mi piace, non riesco a controllarmi. Bevo, combino casini e per favore vorrei tornare a casa’. E lei diceva: ‘Non sei ancora pronto per tornare’. ‘Ma che dici?’ E allora ok, mi rimettevo a bere. […] Ma avevo bisogno di uscirne perché qualcuno ci avrebbe rimesso la pelle. Ed è stato Keith Moon. L'idea era ‘vediamo chi ci rimette la pelle per primo’, purtroppo è stato Keith. Ma io ne sono uscito. […] A un certo punto ho smesso di bere e ho portato i nastri a New York perché volevo tornare a casa da Yoko e anche perché volevo riprendermi i nastri e andarmene via da Los Angeles e dall'alcol”. Queste sono le parole di John Lennon raccolte dal giornalista David Sheff, come riporta il libro All We Are Saying di John Lennon e Yoko Ono a cura di David Sheff.
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Ma anche 18 mesi di fermento artistico
Bisogna notare però come durante il periodo losangelino Lennon sia stato non soltanto al centro di una spirale di dissoluzione: durante questo periodo fu parecchio attivo dal punto di vista artistico. Cominciò la registrazione di un album di vecchie cover di rock 'n' roll prodotto da Phil Spector e di un disco di nuovo materiale da lui composto. In più produsse album di altri artisti, per esempio Pussy Cats di Harry Nilsson. Tutto questo avvenne tra una baldoria alcolica e l'altra, assieme ai colleghi e amici Keith Moon, Ringo Starr e Harry Nilsson.
Un periodo di profonda depressione
All'alcolismo e al fermento artistico di quei 18 mesi trascorsi a Los Angeles lontano da Yoko si aggiunse una profonda depressione. È stata proprio May Pang a supportare Lennon durante quei mesi di crisi emotiva, dandogli il coraggio per affrontare familiari (in primis il figlio di primo letto, Julian) e amici. Tra gli amici, parliamo innanzitutto di Paul McCartney, colui dal cui nome era indissolubilmente legato quello di Lennon prima della separazione dei Beatles (quando ogni canzone prodotta dal gruppo era registrata con la doppia firma, Lennon & McCartney, sempre e comunque).
Paul McCartney e Lennon si incontrarono in questo periodo per suonare insieme, e quella fu la prima e l'ultima volta dalla separazione dei Fab Four. Paul e Linda McCartney arrivarono da John e May il 28 marzo 1974, raggiunti tre giorni dopo anche da Stevie Wonder, Harry Nilsson, Jesse Ed Davis e Bobby Keys. Tutti quanti furono coinvolti in una storica jam session che si tenne presso la casa al mare di John Lennon a Santa Monica, a Los Angeles. Da queste sessioni di musica estemporanea uscì il celebre bootleg dal titolo A Toot and a Snore in '74. Si tratta di materiale davvero storico perché questa è stata l'unica volta in cui McCartney e Lennon tornarono a suonare assieme dopo lo scioglimento dei Beatles.
Grazie all'appoggio di Pang, John programmò anche la visita al figlio avuto dalla prima moglie Cynthia, Julian Lennon. Lo vide per la prima volta in circa quattro anni e da allora Julian iniziò a frequentare suo padre in maniera più regolare. Grazie a Pang, Julian ha anche suonato la batteria nel brano Ya Ya dell'album di suo padre del 1974, Walls and Bridges. Lennon gli regalò una chitarra Gibson Les Paul e una batteria per il Natale del 1973, insegnandogli a suonare gli accordi e incoraggiandolo a intraprendere la strada musicale.
Al Corriere della Sera May Pang ha raccontato che Yoko evitava di passare a John le telefonate di suo figlio Julian. “Ero molto preoccupata per Julian. So cosa si prova, perché mio padre non mi aveva voluta. Aiutai anche la madre di Julian, Cynthia, a recuperare un dialogo con John”, afferma Pang.
Nel giugno 1974 Lennon e May Pang tornarono a New York e di lì a qualche mese lui si riconciliò con Yoko Ono e tornò a vivere con lei.
“John disse che la ragione era che aveva paura che gli rifiutassero la Carta verde per stare negli Stati Uniti: glielo aveva detto Yoko. Per me fu uno choc: stavamo per comprare casa insieme”, racconta May Pang.
L’ultima volta che si parlarono, Pang disse a Yoko: “Congratulazioni, hai riavuto John, dovresti essere felice”. E lei ha risposto: “Felice? Non credo che lo sarò mai”.
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Il periodo post-Lennon di May Pang
Quando Lennon tornò a vivere con Yoko Ono, May Pang lasciò lui e la coppia anche sul versante professionale, chiaramente. Rinunciò quindi a essere la loro assistente personale e cominciò a lavorare per la United Artists Records e la Island Records come addetta alle pubbliche relazioni, lavorando su dischi di Bob Marley e Robert Palmer.
Nel 1983 diede alle stampe il suo primo libro di memorie dedicato al periodo trascorso con Lennon: Loving John. In seguito il libro è stato rinominato John Lennon: The Lost Weekend. In quelle pagine Pang rivela che lei e Lennon sono rimasti amanti molto più a lungo rispetto a ciò che si crede (e a ciò che Yoko Ono ha voluto far credere): si sono amati fino al 1977, e sono poi rimasti sempre in contatto, fino alla tragica morte di lui, avvenuta nel 1980 per mano di Mark David Chapman (che gli sparò di fronte al palazzo Dakota).
Il libro fotografico Instamatic Karma, pubblicato nel 2008, presenta numerose foto della coppia Lennon-Pang, oltre a immagini importanti come quella di John intento a firmare l'atto ufficiale di dissoluzione dei Beatles o come l’ultimo scatto conosciuto che ritrae Lennon e Paul McCartney insieme.
Oggi, oltre a vivere dei diritti dei propri libri, May Pang produce una linea di gioielli dell’arte geomantica taoista cinese feng shui. Vive e lavora a New York.
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Pang c'era quando Lennon ha avvistato un UFO
John Lennon ha affermato più volte di aver avvistato un oggetto volante non identificato.
“Stavo nudo sdraiato sul letto quando ho avvertito questa urgenza… quindi sono andato alla finestra, con la mia mente nel solito stato onirico poetico, e lì, appena ho guardato in alto, c’era questa cosa, che stazionava sul palazzo accanto a non più di 100 metri di distanza, le sue luci come lampadine intermittenti che ruotavano attorno alla base e una luce rossa fissa in cima”, ha dichiarato Lennon in un'intervista del 1974, uscita sul magazine Andy Warhol’s Interview.
John, incredulo, ha chiamato May Pang, che era la sua fidanzata di allora. “Appena uscita in terrazzo ho scorto questo oggetto grande e circolare che si avvicinava”, ha confermato May Pang. “Aveva la forma di cono appiattito, e in cima aveva questa luce enorme rossa e brillante, non pulsava come quelle degli aerei che si vedono in direzione dell’aeroporto di Newark. Quando si avvicinò ancora, distinguemmo una striscia continua e circolare di luci bianche che avvolgeva l’intero bordo dell’astronave. E queste erano intermittenti. Ce n’erano così tante di queste luci che ti davano alla testa”. Allora i due “hanno preso la macchina fotografica per scattare delle foto che però, una volta sviluppate, sono uscite tutte nere. La polizia gli disse che avevano ricevuto altre chiamate con la stessa segnalazione”, scrivo nel saggio La maledizione del Dakota. Rosemary's Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri.
Durante un'intervista radiofonica, Lennon ha raccontato che era così vicino a quella cosa che avrebbe “potuto colpirlo con un mattone se gli avessi lanciato un sasso”, come riporta il Telegraph nell’articolo intitolato The Night Aliens called on Lennon, pubblicato il 7 dicembre 2004.
Le canzoni e i dischi di John Lennon sono ricchi di riferimenti agli UFO. Nelle note di copertina dell'album Walls and Bridges ha scritto: "Il 23 agosto 1974 alle 9 ho visto un UFO J.L.".
Sul singolo Nobody Told Me inserito in Milk and Honey del 1984 (e su Working Class Hero. The Definitive Collection) canta “There’s Ufo’s over New York, and I ain’t too surprised”, ossia “Ci sono Ufo su New York e non sono così sorpreso”. Nella canzone Out The Blue dice: “Come un UFO sei venuto da me. E ha spazzato via la miseria della vita”.
La rivelazione dell’illusionista Uri Geller
“L’illusionista Uri Geller afferma anche che Lennon gli avrebbe parlato di un incontro alieno avvenuto nel suo appartamento del Dakota”, scrivo nel saggio La maledizione del Dakota. Rosemary's Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri. “Si tratta dell'illusionista israeliano con cittadinanza britannica diventato famoso per le sue capacità da showman che lui attribuisce a poteri psichici (piega cucchiai e accelera le lancette degli orologi. Dice di farlo con la forza della mente, anche se molti prestigiatori ritengono – e abbiano dimostrato - si tratti di trucchi illusionistici). Geller ha raccontato che John avrebbe visto al Dakota degli uomini dagli occhi da insetto che gli avrebbero consegnato un misterioso uovo metallico, che poi Lennon ha dato a Geller”, come viene riferito anche nell’articolo John Lennon, Charles Manson and UFOs - what The Beatles: Get Back left us di Alex Diggins, pubblicato sul Telegraph il 2 dicembre 2021.
Prima di chiamare in causa gli alieni, però, bisognerebbe pensare alla quantità di LSD, alcool e droghe varie assunte dall'artista: non si sa quanto abbiano inciso negli strani “avvistamenti” di cui John ha parlato. Eppure c'è chi è così convinto che gli alieni c'entrino qualcosa da ritenere che l'omicidio del cantante (ammazzato da cinque colpi di revolver esplosi di fronte al Dakota dal suo fan psicotico Mark David Chapman) sia la diretta conseguenza della sua dichiarazione del 1974, quella con cui rivelò di aver avuto incontri ravvicinati con oggetti non identificati.