In un video postato su Instagram, le attrici francesi Juliette Binoche, Marion Cotillard, Isabelle Huppert, Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg e altre personalità del cinema francese hanno tagliato i capelli sulle note di Bella Ciao per protestare contro il regime iraniano e sostenere la rivolta delle donne dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini
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Le forbici recidono ciocche di capelli lunghi, corti, lisci, ricci, biondi, rossi, scuri, mentre la fiera e dolente Bella Ciao canta la libertà. Nel video postato su Instagram “in solidarietà per i diritti di libertà delle donne e degli uomini iraniani”, le attrici Juliette Binoche, Marion Cotillard, Isabelle Huppert, Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg e altre protagoniste del cinema francese hanno tagliato i capelli per protestare contro il regime di Teheran e sostenere le donne insorte dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini. Lo scorso settembre la polizia morale aveva arrestato la ragazza curda per non aver rispettato le severe regole di abbigliamento della Repubblica Islamica, che obbligano le donne ad indossare il velo. L’inappropriata fuoriuscita dal copricapo di una ciocca di capelli è degenerata nella morte della giovane, che secondo la versione ufficiale delle autorità iraniane sarebbe stata invece causata da un attacco cardiaco smentito però dai testimoni e dalla famiglia. La tragedia ha scatenato violente manifestazioni e repressioni in Iran e ha suscitato solidarietà in tutto il mondo.
IL SOSTEGNO SOCIAL ALLE DONNE IRANIANE
L'appello social postato sul profilo Instagram di Soutien Femmes Iran con l’hashtag #HairForFreedom recita: “Mahsa Amini era una giovane donna di 22 anni. Il 13 settembre, è stata arrestata e maltrattata dalla polizia morale fino alla morte. Le era stato soltanto contestato di aver indossato il velo in maniera inappropriata. È morta per aver lasciato intravedere qualche ciocca di capelli. La sua morte ha indignato e commosso l’Iran e il mondo. Dalla morte di Masha, avvenuta il 16 settembre, il popolo iraniano, le donne in testa, manifestano mettendo in pericolo la loro vita. Queste persone non chiedono altro che l’accesso alle libertà più essenziali. Queste donne, questi uomini, chiedono il nostro sostegno. Il loro coraggio e la loro dignità ci obbligano. È impossibile non denunciare ancora e sempre questa terribile repressione. I morti e le morte si contano a dozzine, e tra questi ci sono bambini. Gli arresti non fanno che ingrossare il numero dei prigionieri e delle prigioniere già detenuti in totale illegalità e troppo spesso torturati. Abbiamo così deciso di rispondere all’appello che ci è stato rivolto tagliando, anche noi, qualcuna di queste ciocche”.
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Le personalità del cinema francese hanno espresso solidarietà alle donne iraniane e agli attivisti per i diritti civili anche con una lettera aperta firmata, tra gli altri, dalla sceneggiatrice Audrey Diwan, dal regista Louis Garrel, dalle attrici Juliette Binoche, Marion Cotillard, Isabelle Huppert e Léa Seydoux e dal direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux. “Noi, produttori, attori, registi, tecnici e distributori, capi di festival e l’intera industria cinematografica francese desideriamo esprimere collettivamente il nostro sostegno alle donne iraniane che oggi combattono per la loro libertà rischiando la vita e al popolo iraniano che sta coraggiosamente abbracciando la loro rivolta. Chiediamo a tutti coloro che sono sconvolti dall’omicidio di Mahsa Amini e dalla massiccia, brutale e assassina repressione ordinata dalle autorità iraniane, di esprimere forte e chiara la loro solidarietà al popolo iraniano. Zan, Zendegi, Azadi. Donna, Vita, Libertà. Possano queste parole cantate dagli iraniani e raccolte da tutti i manifestanti permettere di porre fine a questa insopportabile coercizione e aprire, finalmente, una nuova era in Iran, e ovunque le donne siano vittime dell’oscurantismo. Questa lotta universale per le donne, per la vita e per la libertà è anche la nostra”.
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LA RIVOLTA IN IRAN E LE REAZIONI DEL GOVERNO
Anche in Iran personalità del mondo dello spettacolo hanno espresso il proprio dissenso. Il regista iraniano premio Oscar Asghar Farhadi ha pubblicato un video su Instagram per invocare solidarietà ai manifestanti, mentre l’attrice Fatameh Motamed-Arya ha levato dal capo l’hijab mentre pronunciava l’elogio funebre di un collega. Ancora, l’attrice e attivista iraniana Nazanin Boniadi ha esortato una reazione internazionale: “Credo che la morte o l’uccisione di Mahsa Amini in Iran abbia toccato il cuore di tutto ciò che sentiamo riguardo ai nostri diritti che ci vengono tolti, a quanto possano essere fragili le nostre libertà”, e ha aggiunto “e in particolare, credo, i diritti delle donne”. L’attrice Golshifteh Farahani, esiliata per aver recitato senza velo in una grande produzione internazionale con Leonardo DiCaprio, ha invece twittato: “L'Iran ha visto molti regimi e governanti oppressivi. L'Iran è stato attaccato da molti invasori senza cuore nel corso della storia. Ma la Repubblica Islamica vince il trofeo per il periodo più catastrofico che questo Paese abbia mai vissuto. E per caso, siamo nati proprio in questo tempo". Il governo iraniano ha in seguito minacciato provvedimenti contro le “celebrità che hanno alimentato le fiamme delle rivolte e con coloro che firmano cospicui contratti”, che mai prima d’ora avevano espresso apertamente posizioni anti-governative. Le proteste, però, non provengono solo dalle personalità culturali e mediatiche del paese, ma coinvolgono anche le ragazze iraniane che, oltre a tagliare i propri capelli, hanno rivolto il dito medio (atto considerato osceno) contro le immagini dell’ayatollah Khamenei o hanno tolto, calpestato, strappato o incendiato il velo.
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LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
“Alle donne dell’Iran, vi vediamo” ha scritto in un post su Instagram l’attrice Angelina Jolie, mentre la modella Bella Hadid ha ripostato un tweet di Céline Semaan sulla libertà e sul diritto di scelta delle donne. Le proteste hanno coinvolto anche l’Italia, dove l’attrice Claudia Gerini ha compiuto il simbolico gesto di tagliarsi una ciocca di capelli per inviarla all’ambasciata iraniana a Roma, e l’Europa, dove l’eurodeputata svedese Abir Al-Salhani ha reciso una ciocca di capelli e invitato i colleghi all’azione: “Noi popoli e cittadini dell'Unione Europea chiediamo la fine incondizionata e immediata di tutta la violenza contro le donne e gli uomini in Iran. Finchè l'Iran non sarà libero, la nostra furia sarà più grande di quella degli oppressori. Finchè le donne iraniane non saranno libere staremo con voi. Jin, Jiyan, Azadì. Donne, vita e libertà!"