Iran, ancora proteste per l’uccisione di Mahsa Amini: decine di morti

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Non si placano i disordini nel Paese per la giovane trovata morta il 16 settembre all'interno della cella dove era stata imprigionata con l’accusa di aver indossato il velo in modo non consono ai principi della religione islamica. Secondo le organizzazioni umanitarie, le vittime della repressione governativa sarebbero arrivate a 76. Almeno 1.200 arresti, tra cui la figlia dell'ex presidente 

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Non accennano a fermarsi le proteste in Iran per l’uccisione di Masha Asani, la 22enne trovata morta lo scorso 16 settembre nella cella del carcere dove era stata rinchiusa poche ore prima per aver indossato il velo in modo non conforme alle regole della repubblica islamica. Nonostante le restrizioni su Internet e cellulari per impedire la diffusione di video e testimonianze, manifestazioni organizzate da attivisti e non starebbero infatti attraversando diverse città del Paese. Intanto cresce il bilancio dei disordini, con le organizzazioni umanitarie che contano almeno 76 vittime e oltre 1.200 arresti.

Le proteste

I media dell'opposizione con sede all'estero affermano che le proteste stanno continuando in varie parti del Paese anche se gli attivisti sono sempre più in difficoltà per via delle limitazioni a Internet. Secondo l'agenzia di stampa locale Fars, dallo scoppio delle manifestazioni lo scorso 16 settembre sarebbero state uccise "circa 60 persone", quasi venti in più delle 41 comunicate dalla autorità nell’ultimo bollettino ufficiale di sabato. C’è però chi stima un bilancio ancora peggiore. Il gruppo Iran Human Rights, con sede a Oslo, ritiene infatti che le vittime della repressione attuata dal governo siano almeno 76. 

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Arrestata la figlia dell’ex presidente

Di certo, c’è il dato sugli arresti: oltre 1.200 stando allo stesso governo. Fra le persone finite in manette, anche Fazeh Hashemi Rafsanjani, figlia Ali Akbar Hshemi Rafsanjni. che fu presidente dal 1989 al 1997. Per la stampa di Stato, l’ex giornalista e attivista avrebbe preso parte alla rivolta. Il ministro della Sanità Bahram Einollahi, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Irna, ha intanto accusato i manifestanti di aver distrutto 72 ambulanze mentre gli attivisti residenti all'estero affermano che sarebbero state le stesse autorità ad utilizzare i mezzi per trasportare forze di sicurezza. 

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Le testimonianze

Nonostante le restrizioni imposte dal governo locale alla rete mobile e al traffico internet, non mancano le testimonianze delle manifestazioni che stanno scuotendo il Paese. In un video diffuso sui social, si vede una donna togliersi il velo e agitare le braccia in aria nel quartiere Narmak di Teheran. Analoghi gesti di protesta sono stati testimoniati anche a Sanandaj, nella provincia di origine di Amini, il Kurdistan, mentre un filmato riportato dall’emittente Iran International Tv mostra un uomo che brucia uno striscione della Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, nella città meridionale di Shiraz.

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Il messaggio di Jacobs

"Oggi siamo al fianco di tutte le donne e degli uomini che stanno protestando per la loro libertà". Questo il tweet con cui Marcell Jacobs ha espresso la sua solidarietà alla rivolta.  In questo momento, lo sprinter olimpionico si trova in viaggio di nozze a Bali, in Indonesia.

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