Per le strade di 22 città del Paese esplode la rabbia per la morte della ragazza deceduta in circostanze sospette dopo essere arrestata dalla polizia perché indossava male il velo. Centinaia le persone arrestate e almeno nove decessi, tra cui quello di un 16enne
Non si arresta la rabbia per le strade delle città dell'Iran, dove le donne gridano per protestare contro la morte di Mahsa Amini, la 22enne originaria del Kurdistan morta dopo tre giorni di coma per i maltrattamenti subiti dalla polizia morale che l'aveva arrestata perché non indossava correttamente il velo. Strade, università, bazar di stazioni della metropolitana sono diventati i nuovi luoghi simbolo delle manifestazioni che secondo l'associazione per i diritti umani Hengaw Organization for Human Rights hanno portato all'arresto di oltre 500 persone. Secondo la tv di Stato iraniana le persone finora rimaste uccise nelle manifestazioni sono 17. "Diciassette persone, tra manifestanti e poliziotti, hanno perso la vita negli avvenimenti degli ultimi giorni" ha reso noto la
tv senza dettagliare quanti siano stati i morti tra gli animatori delle proteste e quanti tra gli agenti dell'ordine pubblico. Dai filmati che circolano sui social media si vedono agenti della polizia iraniana sparare contro i manifestanti. Sono proprio le ferite d'arma da fuoco che sono risultate letali per il 16enne, spiega la Bbc.
Bloccato l'accesso a Instagram e WhatsApp
Manifestazioni di protesta si tengono in particolare a Teheran e in una ventina di altre città iraniane, comprese quelle nel Kurdistan e in particolare a Saqez dove Amini era nata 22 anni fa. Qui le donne sono scese in piazza a capo scoperto, sventolando il velo islamico o bruciandolo. "No al velo, no al turbante, sì alla libertà e all'uguaglianza!", hanno intonato i manifestanti a Teheran. Nei cortei non sono mancati anche i gesti estremi e dimostrativi delle donne iraniane: molte si sono tolte l'hijab e lo hanno bruciato per protestare contro la legge sul velo. Altre hanno tagliato i capelli postando i video sui social. Nel Paese, alla luce delle proteste che non arrestano, è stato bloccato anche l'accesso a Instagram e WhatsApp: lo riferisce NetBlocks, segnalando interruzioni da parte di tutti i principali fornitori di servizi Internet.
Una via di Teheran nel nome di Mahsa Amini
Manifestanti a Teheran hanno deciso di 'cancellare' Hijab Street e di ribattezzarla in nome di Amini. Un video, rilanciato dalla Bbc, mostra attivisti cancellare con una bomboletta spray il nome 'hijab' dal cartello stradale e scriverci sopra 'Mahsa'. Intanto l'hashtag persiano #MahsaAmini ha raggiunto oltre 3 milioni di menzioni su Twitter, mentre la magistratura iraniana ha annunciato la creazione di una commissione di inchiesta sulla morte di Amini. Duro il monito del presidente Joe Biden che ieri dal palco dell'assemblea Onu ha affermato che gli Usa sono "al fianco delle coraggiose donne iraniane".