Coronavirus, scendono in piazza i lavoratori dello spettacolo. FOTO
In 12 città, tra cui Roma, Milano, Napoli e Venezia si sono radunate migliaia di lavoratori del mondo della cultura, dell'arte, del cinema e della tv per chiedere al governo di discutere insieme su come sostenere il settore fermo a causa dell'emergenza Coronavirus
I lavoratori del mondo dello spettacolo si sono ritrovati in molte piazze italiane per una manifestazione contro le misure adottate finora per sostenere il settore rimasto fermo a causa dell'emergenza Coronavirus
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La protesta è stata organizzata dal Coordinamento nazionale di realtà, collettivi e movimenti autonomi indipendenti che lavorano nella cultura e nello spettacolo dandosi appuntamento tramite alcune pagine Facebook. Da Roma a Venezia, molti sono scesi in strada per aderire alla manifestazione
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L'agitazione è stata preparata in sicurezza, con le persone che hanno indossato mascherine e mantenuto la distanza sociale. Il mondo dello spettacolo, dopo aver inviato il 19 maggio un documento di emergenza alle istituzioni, chiede all'esecutivo di essere ricevuto con urgenza per discutere su un possibile reddito di continuità che sostenga il comparto fino alla ripresa piena dei singoli settori
Coronavirus, i lavoratori dello spettacolo in piazza
I lavoratori auspicano che venga organizzato un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità: salute per lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici e strumenti di riforma per la ripartenza in presenza o virtualmente
"Convocateci dal vivo" è la richiesta alle istituzioni, contenuta anche in una petizione su change.org firmata da quasi 4000 persone
I partecipanti alla manifestazione sono stati invitati a portare oggetti "riconoscibili" del mondo dello spettacolo come maschere, strumenti musicali, copioni, proiettori, leggii, microfoni, scarpette o costumi di scena
Gli organizzatori della manifestazione hanno spiegato che l'obiettivo è di ribadire che "la cultura è un bene comune" e che "nei processi di ricostruzione il ruolo della Cultura è sempre stato fondamentale"
Tra i partecipanti c'erano anche molti artisti di strada che hanno mostrato uno striscione con la scritta "l'arte di strada non si taglia"
Altri gruppi hanno sventolato slogan come "Non esiste cura senza reddito e diritti alla cultura"
Sulla pagina Facebook del gruppo Autorganizzati spettacolo Roma, invece, si legge: "La riapertura? Una truffa". Il collettivo spiega che le luci si accenderanno in pochi grandi teatri, ma "i riflettori si spegneranno sui problemi reali di migliaia di lavoratori e lavoratrici che continueranno a restare a casa"
"I protocolli di sicurezza che si stanno proponendo sono inadeguati alle mansioni della maggior parte di noi" si legge ancora "perché sono stati discussi e decisi senza interpellarci"
Si protesta anche perché c'è il rischio che molti lavoratori si vedano revocare anche i pochi ammortizzatori sociali già messi in campo. Mentre una gran parte del settore continuerà a restare ferma, come l'area che realizza concerti dal vivo che subirà uno stop ancora lungo
A Roma i manifestanti si sono dati appuntamento alle 15.00 del 30 maggio a San Giovanni in Laterano
"Vogliano un nuovo e unico Ccnl - si legge nel manifesto degli Autorganizzati Spettacolo Roma - nuove norme previdenziali, il blocco dei licenziamenti e la conferma degli stagionali per 2 anni, un reddito di emergenza che ci porti fuori da questa crisi"
La protesta dei lavoratori dello spettacolo a Milano
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