Ingv: lo Stromboli in eruzione resta pericoloso

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

Nel suo bollettino giornaliero l’Istituto descrive un’attività persistente di tipo stromboliano di intensità ordinaria e discontinua che rende impossibile escludere il verificarsi di esplosioni più intense del normale ed emissioni laviche 

Nel suo bollettino giornaliero l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) descrive un’attività persistente di tipo stromboliano di intensità ordinaria e discontinua che rende impossibile escludere il verificarsi di esplosioni più intense del normale ed emissioni laviche. “Le intrinseche e peculiari caratteristiche di alcune fenomenologie, proprie di un vulcano in frequente stato di attività e spesso con persistente stato di disequilibrio come lo Stromboli, possono verificarsi senza preavviso o evolvere in maniera imprevista e rapida, implicando quindi un livello di pericolosità mai nullo”, sottolineano gli esperti dell’Istituto.

Le attività esplosive

Le osservazioni delle telecamere di sorveglianza poste a 400 metri e a Punta Corvi permettono di rilevare ordinaria attività stromboliana da più bocche attive in entrambe le aree crateriche. Spesso le esplosioni superano l’orlo della terrazza craterica e il materiale ricade sulla parte alta della Sciara del fuoco. Nelle ultime 24 ore si sono verificati tra i 25 e i 30 eventi esplosivi all’ora: i ricercatori dell’Ingv spiegano che si tratta di una frequenza piuttosto elevata. Durante ognuno di questi episodi lapilli e bombe hanno ricoperto i fianchi del cono antistante la Sciara del fuoco. In un’altra area si sono verificati 17-18 eventi esplosivi ogni ora. Le esplosioni, di intensità da bassa a medio-alta, hanno prodotto materiale fine misto a grossolano.

La radiografica muonica del vulcano

Negli scorsi mesi, gli esperti dell’Istituto Nazionale di Fisica e Vulcanologia (Ingv) e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), hanno utilizzato la radiografia muonica per analizzare le caratteristiche del vulcano Stromboli. Questa analisi ha consentito ai ricercatori di individuare una struttura sulla sua sommità che permetterà di comprendere meglio le sue future eruzioni. È contraddistinta da una densità inferiore di oltre il 30% allo strato roccioso sottostante e si è formata nell’area dei crateri durante l’eruzione del 2007: nel corso del tempo si è riempita del materiale piroclastico prodotto dall’attività esplosiva stromboliana. Per Flora Giudicepietro, ricercatrice dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli, i risultati dell’analisi renderanno possibile comprendere meglio i processi eruttivi stromboliani e la dinamica del versante della Sciara del Fuoco. 

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