Bersagliato da sciami di particelle prodotti da una tempesta solare, emette suoni mai registrati prima d’ora. Li ha riprodotti, servendosi dei dati inviati dai veicoli spaziali della missione ‘Cluster’, un team di ricerca dell’università di Helsinki
All’apparenza può sembrare la voce inquietante di una creatura mostruosa di un film, ma in realtà è un fenomeno particolare ma assolutamente naturale. Per la prima volta in assoluto, infatti, è stato possibile registrare e tradurre in suoni udibili i rumori (quasi una 'voce' da fantascienza) che il campo magnetico terrestre emette mentre viene bersagliato da sciami di particelle prodotti da una tempesta solare. Gli astronomi, che hanno riprodotto il suono in un video pubblicato su YouTube, per arrivare a questo risultato si sono serviti dei dati di archivio prodotti dai quattro satelliti della missione Cluster, lanciata nel 2000 dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa), in seguiti elaborati da un team di esperti dell'Università di Helsinki.
La missione Cluster
I quattro veicoli spaziali di Cluster orbitano attorno alla Terra in formazione, studiando l'ambiente magnetico del nostro pianeta e la sua interazione con il vento solare, un flusso costante di particelle rilasciate dal Sole nel Sistema Solare. Lucile Turc, un’ex ricercatrice dell'Esa che ora lavora presso l'Università di Helsinki, in Finlandia, ha avuto l’idea di accedere a tutti i dati ottenuti durante la missione Cluster ottenuta in quasi due decenni. Come parte delle loro orbite, le navicelle spaziali del Cluster volano ripetutamente attraverso un’area che è la prima regione che le particelle incontrano quando una tempesta solare colpisce il nostro pianeta. Gli esperti hanno scoperto che nella prima parte della missione, dal 2001 al 2005, i veicoli spaziali hanno attraversato sei di queste tempeste, registrando le onde che sono state generate. E' emerso così che le onde generate dall'impatto degli sciami di particelle sul campo magnetico sono più complesse del previsto e le frequenze relative sono state trasformate in segnali percepibili, dando vita a una sorta di canto misterioso.
I fenomeni metereologici spaziali
Gli esperti, hanno anche sottolineato come in momenti di quiete, quando nessuna tempesta solare colpisce la Terra, questa ‘canzone’ è più bassa in tono e meno complessa, con una sola frequenza che domina l'oscillazione delle onde. Quando una tempesta solare è in atto, invece, la frequenza dell'onda è quasi raddoppiata, con quest’ultima che dipende dalla forza del campo magnetico nella tempesta. Le operazioni di studio, comunque, rientrano nel progetto di comprendere lo spazio meteorologico, cosa che è diventata sempre più importante a causa degli effetti dannosi che le tempeste solari possono avere sia sulla Terra sia nello spazio. Ora, dicono gli astronomi, è più importante che mai comprendere come i fenomeni meteorologici spaziali come le tempeste solari si propaghino attraverso il Sistema Solare e sulla Terra e l'imminente missione ‘Solar Orbiter’ dell'Esa, prevista con il lancio nel febbraio 2020, contribuirà notevolmente ad approfondire queste indagini.