Il contenuto, eredità della missione Apollo 17, è formato da frammenti di rocce e suolo lunare considerate incontaminate. Svelato a distanza di quasi 50 anni, sarà esaminato dalle più aggiornate tecniche disponibili oggi per gli scienziati
Un contenitore, al cui interno è presente un campione di rocce e suolo lunare considerati incontaminati e proveniente dalla missione Apollo 17, è stato aperto dalla Nasa per la prima volta dopo quasi 50 anni, per studiarne il contenuto e porre le basi delle future missioni sulla Luna. Il contenuto, svelato martedì 5 novembre, verrà esaminato con macchinari sofisticati e aiuterà gli astronomi a porre le basi per l'esplorazione umana sulla superficie lunare nell'ambito del programma Artemis. A comunicarlo, attraverso Twitter, è stato Jim Bridenstine, amministratore delegato dell’agenzia spaziale americana. “La generazione di scienziati di Artemis analizzerà i campioni utilizzando la tecnologia moderna per affinare le tecniche e gli strumenti di campionamento per le prossime missioni lunari”, ha scritto.
Un reperto delle missione Apollo 17
Il campione è stato aperto nel Lunar Curation Laboratory situato presso il Johnson Space Center, a Houston. Era stato raccolto sulla Luna dagli astronauti dell'Apollo 17 Eugene Cernan e Jack Schmitt, protagonisti dell'undicesima e ultima missione con equipaggio umano del programma spaziale americano Apollo da parte della Nasa. La missione partì con il lancio del vettore Saturn V a Cape Canaveral il 7 dicembre 1972. Ad oggi si tratta dell'ultimo volo spaziale con equipaggio umano oltre l'orbita terrestre bassa e l'unico lancio notturno di tutto il programma. Schmitt rimane l'ultimo uomo ad aver messo piede sul suolo lunare, mentre Cernan l'ultimo ad averne lasciato la superficie.
Misurazioni con strumentazioni all’avanguardia
"Oggi siamo in grado di effettuare misurazioni che non erano possibili durante gli anni del programma Apollo", ha dichiarato la dottoressa Sarah Noble, scienziata del programma ANGSA. "L'analisi di questi campioni potrà consentire a una nuova generazione di esperti di affinare le loro tecniche e aiutare a preparare i futuri esploratori per le missioni lunari previste negli anni 2020 e successivi”, ha poi aggiunto. Sin dall'era della missione Apollo, tutti i campioni che sono stati restituiti alla Terra sono stati accuratamente conservati in laboratorio per conservarli per le generazioni future. La maggior parte dei campioni è stata già studiata e molti sono oggetto di ricerche attualmente in corso. Tuttavia, la Nasa stessa ha anche deciso di mantenere alcuni campioni completamente intatti, stabilendo che fossero analizzati con tecnologie sempre più avanzate man mano che queste venivano sperimentate ed implementate. Tra questi ci sono alcuni campioni che sono rimasti sigillati nei loro contenitori originali, come questi. Sono due infatti, chiamati 73002 e 73001, i contenitori che la Nasa ha deciso di esaminare (il secondo verrà aperto a gennaio 2020), sfruttando i progressi nelle tecniche di imaging 3D, di analisi tramite spettrometria di massa e microtomia ad altissima risoluzione, che consentiranno uno studio senza precedenti.
Scansione a raggi X
Il campione 73002, che è rimasto chiuso ma non sigillato sottovuoto da quando è stato portato sulla Terra, è stato il primo ad essere estrapolato dal suo contenitore. La scansione del campione è stata eseguita utilizzando la tecnologia della microtomografia computerizzata a raggi X, eseguita presso l'Università di Austin in Texas.