Sole in ‘letargo’, record di giorni senza macchie

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)
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La stella sta attraversando un periodo di una scarsa attività, la più bassa da quando si effettuano le misurazioni, ma il fenomeno fa parte del suo normale ciclo

Il Sole è entrato in letargo. La principale stella del sistema solare sta attraversando uno dei periodi meno attivi dall’inizio dell’era spaziale. La minore attività rientra nel naturale ciclo dell’attività solare, il quale ha una durata di 11 anni. Le macchie sulla superficie della stella sono state assenti per la maggior parte del 2018 e l'emissione ultravioletta è diminuita drasticamente. L’atmosfera terrestre sta rispondendo a questo fenomeno con un progressivo raffreddamento. Emerge da uno studio condotto dal team di ricercatori guidato da Martin Mlynczak, studioso del Centro di ricerca Langley della Nasa, e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics. Le misurazioni sono state possibili grazie ai dati forniti dal satellite Timed della Nasa.

Atmosfera più fredda

L'attività magnetica del Sole cambia in base a cicli di circa 11 anni. Gli scienziati sono in grado di misurarla contando quante sono le macchie presenti sulla superficie della stella. Durante i periodi di minima attività, si registra un generale raffreddamento degli strati più alti dell'atmosfera. Questo avviene perché a diminuire sono sia la radiazione ultravioletta che i raggi X. Viene quindi trasferita meno energia. Secondo lo studio lo strato dell'atmosfera compreso tra 100 e 300 chilometri di altezza sta diventando più freddo. “Il raffreddamento è normale perché è legato alla minore attività del Sole”, spiega Mauro Messerotti dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. “È vero che è stato raggiunto il record di raffreddamento da quando vengono fatte le osservazioni nello spazio, ma non è un dato assoluto perché non ci sono misure antecedenti”.

Le conseguenze del fenomeno

“Dall’inizio dell’anno il Sole non ha avuto macchie per il 58% delle giornate”, analizza lo scienziato. “Ma ciò che conta di più è il numero di giornate consecutive senza macchie: attualmente non sono presenti da 15 giorni, ma bisogna vedere quanto dura la sequenza”. La scarsa attività influisce positivamente sui satelliti presenti nello spazio perché quando la porzione più esterna dell’atmosfera si raffredda, “a ridursi è anche il suo volume. La contrazione che ne consegue diminuisce l'attrito sui satelliti e non li sposta dalla loro orbita”, sottolinea Messerotti. Più complicato capire quali potranno essere le conseguenze sul clima terrestre. “L’alta atmosfera esercita un’influenza sul clima, ma bisogna precisare che i fenomeni meteo si verificano in una fascia molto più bassa, ovvero a circa dieci chilometri di altezza. Inoltre, per quanto riguarda l’influenza delle radiazioni solare sul clima della Terra, c’è ancora un livello scarso di conoscenza scientifica”.

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