La sonda Parker toccherà il Sole per svelarne i misteri

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)
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Tra meno di due settimane, PSP abbandonerà l'atmosfera terrestre. I dati che raccoglierà saranno essenziali per capire meglio alcuni fenomeni ancora misteriosi, come il vento solare 

L'undici agosto, salvo imprevisti, la Parker Solar Probe (PSP), verrà lanciata nello spazio. Dopo sei settimane raggiungerà Venere e la gravità del pianeta la indirizzerà verso il centro del sistema solare. Dopo altre sei settimane, la sonda si avvicinerà pericolosamente alla corona, la parte più calda del Sole, ben trecento volte più rovente della superficie della 'nana gialla'. Per anni gli scienziati si sono interrogati su questa insolita differenza di temperatura senza riuscire a trovare una risposta definitiva. Forse la sonda Parker riuscirà finalmente a fare luce su questo mistero.

In onore di Eugene Parker

Gli altri obiettivi della missione sono raccogliere dati sul vento solare e indagare le tempeste che si scatenano sulla superficie del Sole. Eugene Parker fu il primo astronomo a ipotizzare l'esistenza di questi fenomeni e la sonda creata dalla NASA porta proprio il suo nome. È la prima volta che una sonda viene ribattezzata con il nome di uno scienziato ancora in vita.
Comprendere al meglio la natura del vento solare sarebbe utile per prevedere con maggior precisione le tempeste solari e i loro effetti sul campo magnetico terrestre.
Per non sciogliersi in prossimità del Sole (dove le temperature possono arrivare a sfiorare i 1.377° C), la sonda è dotata di un sistema di raffreddamento ad acqua e di uno scudo termico di carbonio dello spessore di 11,5 centimetri che verrà utilizzato per proteggere il resto della strumentazione. Resisterà alle estreme condizioni dell'atmosfera solare fino al 2025, dopodiché parte della struttura si scioglierà e tutto il resto si avvicinerà così tanto alla corona da diventarne parte.

La tecnologia della missione

Lo scudo in carbonio è stato realizzato dal giovane ingegnere aerospaziale Betsy Congdon e dal suo team. L'esterno è protetto da un rivestimento ideato per riflettere il più possibile il calore. Gli ingegneri della NASA si sono impegnati per garantire che lo scudo rimanga sempre tra la sonda e il Sole. Se i sensori rilevassero lo spostamento della barriera, un sistema automatico provvederebbe ad aggiustarne la posizione. 

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