Non si tratta di una semplice pioggia di meteore, ma di uno sciame entrato nella leggenda scientifica grazie a esplosioni di attività capaci, in passato, di trasformare la volta celeste in un turbinio di migliaia di stelle cadenti
Per gli appassionati di astronomia il prossimo weekend offrirà uno degli appuntamenti più affascinanti dell’anno: il picco delle Leonidi. Non si tratta di una semplice pioggia di meteore, ma di uno sciame entrato nella leggenda scientifica grazie a esplosioni di attività capaci, in passato, di trasformare la volta celeste in un turbinio di migliaia di stelle cadenti. Gli astronomi prevedono un anno nella media, con circa 10-15 meteore all’ora tra la notte di domenica e le prime ore di lunedì. Sarà comunque uno spettacolo migliore rispetto al 2024, quando la luce della quasi Luna piena aveva lasciato intravedere solo poche scie luminose. Le meteore delle Leonidi potrebbero iniziare a comparire già domenica sera, ma il vero spettacolo prenderà vita dopo le 3 del mattino ora locale di lunedì, quando il radiante – il punto apparente d’origine dello sciame – si troverà ben alto nel cielo.
Come osservare al meglio le stelle cadenti
Sebbene le scie delle Leonidi possano solcare qualsiasi zona del cielo, sembreranno partire dalla costellazione del Leone, da cui lo sciame prende il nome. Per godersi davvero lo spettacolo è fondamentale cercare luoghi lontani da inquinamento luminoso, fuori da città e strade illuminate. Non è necessario invece avere attrezzature speciali. Anzi, l'uso di strumenti come binocoli o telescopi impedisce di godersi le meteore, che viaggiano troppo velocemente per essere viste attraverso le lenti di questi strumenti.
Le Leonidi in passato
Le Leonidi devono la loro fama a una serie di spettacolari tempeste meteoriche documentate nel 1833, 1866, 1966, 1999, 2001 e 2002. In quelle notti straordinarie, si sono avvistate migliaia di meteore all’ora, trasformando il cielo in un fiume di luce. A raccontarlo è l’American Meteor Society, che spiega come questi eventi eccezionali si verifichino quando la Terra attraversa regioni particolarmente dense dei detriti lasciati dal cometa 55P/Tempel-Tuttle. Per rivivere un fenomeno simile, però, occorrerà pazienza: secondo gli esperti, la Terra non dovrebbe incontrare nubi di detriti così compatte prima del 2099.