
Sudafrica, scoperto il primo cranio parziale di un bambino di Homo naledi
L’eccezionale ritrovamento di parti di cranio di un bambino di Homo naledi, un ominide vissuto tra 335.000 e 236.000 anni fa, è stato effettuato nel sistema di grotte Rising Star, in Sudafrica. I ricercatori hanno riassemblato il cranio riuscendo a dare una forma alla faccia e alla testa. Secondo loro l’individuo, poi denominato “Leti”, aveva tra i quattro e i sei anni ed è vissuto all’incirca 250.000 anni fa

Si tratta del primo cranio parziale di un bambino di questa specie ominide mai individuato. Una scoperta straordinaria perché permette ai ricercatori di ricostruire un’importante fase della vita, perlopiù sconosciuta, di questa specie
In Germania invece erano stare ritrovate migliaia di monete romane
I ricercatori hanno riassemblato il cranio riuscendo a dare una forma alla faccia e alla testa. L’individuo, denominato “Leti”, aveva tra i quattro e i sei anni ed è vissuto all’incirca 250.000 anni fa

L’eccezionale ritrovamento di parti di cranio di un bambino di Homo naledi, un ominide vissuto tra 335.000 e 236.000 anni fa, è stato effettuato nel sistema di grotte Rising Star, in Sudafrica

I frammenti sono stati individuati in un angusto passaggio di appena 15 centimetri, fatto di materiale calcareo. I ricercatori credono che il cranio del bambino sia stato messo lì di proposito, il che potrebbe indicare che questa parte del sistema di grotte fosse un luogo di sepoltura per un gruppo di Homo naledi

Fosse davvero così sarebbe un dato eccezionale: si credeva, infatti, che furono gli Homo sapiens ad aver cominciato per primi a seppellire i morti, o comunque a preoccuparsi della collocazione del corpo dei defunti dopo la morte

La ricostruzione è stata effettuata da un team guidato da Lee Berger, professore dell’Università del Witwatersrand, che è stato lo stesso ad avere scoperto questa specie per la prima volta nel 2015
E' di due giorni fa un'altra scoperta che arriva, stavolta, dallo spazio
La collocazione dei resti del cranio resta un mistero: perché si trovano in una posizione così remota in questo complesso sistema di grotte? Per Berger è solo uno degli enigmi che circondano l’Homo naledi

I ricercatori, che non sanno se il bambino fosse maschio o femmina, hanno pubblicato due studi su PaleoAnthropology: il primo descrive il cranio e l’altro la storia del ritrovamento e la posizione all’interno del complesso sistema di grotte sudafricano. La difficilissima ricostruzione del teschio è partita da 28 frammenti e sei denti

L’ Homo naledi è uno degli ominidi più strani e misteriosi scoperti nel corso degli ultimi decenni. Il suo cervello non era più grande di un’arancia e aveva una strana composizione delle ossa delle dita, la cui curva era molto accentuata. Per i ricercatori ciò significa che probabilmente era solito arrampicarsi
Pochi giorni fa anche la scoperta di un discendente di Toro Seduto
Si è trattato di un ritrovamento fortunato: i resti di bambini ominidi così piccoli sono difficilissimi da trovare perché le ossa sono molto più sottili e fragili di quelle degli adulti