A condurlo sono stati i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia, servendosi dei dati prodotti dai satelliti Swarm dell'European Space Agency (ESA). E’ stato così possibile confermare come il polo nord magnetico, da non confondere con quello geografico, si stia spostando con una velocità otto volte maggiore rispetto a quella del polo sud magnetico
I poli magnetici, a differenza di quelli geografici che sono individuati dall'asse di rotazione terrestre e sono per questo motivo fissi, corrispondono ai punti in cui il campo magnetico è precisamente verticale, muovendosi dunque in maniera imprevedibile e non risultando agli antipodi. Oggi, uno studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia, condotto attraverso le osservazioni dei satelliti europei Swarm, ha permesso di confermare la corsa veloce del polo nord magnetico verso la Siberia.
La velocità e la dinamica dello spostamento
Il lavoro di ricerca, pubblicato sulla rivista scientifica “Journal of Geophysical Research”, ha consentito di comprendere come ciò avvenga con una velocità otto volte maggiore rispetto a quella del polo sud magnetico. Come spiega l’Ingv in un comunicato, l’analisi è stata effettuata per la prima volta sui dati prodotti dai satelliti Swarm dell'European Space Agency (ESA), che sono attualmente in orbita e che hanno confermato una tendenza che gli esperti avevano osservato già negli ultimi decenni. Nello studio, i ricercatori sono riusciti a mostrare come, partendo dalle misure dirette del campo magnetico registrate dagli strumenti a bordo dei satelliti, “sia possibile determinare la posizione aggiornata dei poli magnetici e, analizzando i dati degli ultimi anni, anche la loro dinamica”.
Le spiegazioni dei ricercatori
Nel tempo, sono state effettuate numerose misurazioni legate a questo fenomeno, che hanno permesso di seguire le incredibili distanze coperte dai due poli magnetici. Si tratta, spiegano gli esperti, della “manifestazione lenta ma continua della variazione spazio-temporale del campo magnetico, in conseguenza dei complessi meccanismi che lo generano nel nucleo esterno del nostro pianeta”. “I tre satelliti Swarm, sin dal loro lancio nel 2013, compiono orbite quasi polari in circa 95 minuti. In 24 ore effettuano 15 giri intorno alla sfera terrestre raccogliendo, così, informazioni sulla morfologia e sulla intensità del campo magnetico con strumenti di altissima precisione e restituendo misure con una risoluzione ed una copertura spazio-temporale mai raggiunte prima”, ha spiegato Domenico Di Mauro, uno degli autori dello studio. “Un’opportunità che noi ricercatori operanti nell'ambito del geomagnetismo non potevamo farci sfuggire: abbiamo così determinato, aggiornandola, la posizione dei poli magnetici come se la misura fosse raccolta a terra. Per far ciò, abbiamo messo a punto procedure ed algoritmi per proiettare i dati raccolti in quota sulla superficie terrestre, un’analisi realizzata per la prima volta nell’era dell’esplorazione del nostro pianeta dallo Spazio”. “I risultati, in accordo con l'attuale 13esima generazione del modello internazionale di riferimento del campo geomagnetico (IGRF), hanno la prerogativa di restituire un'informazione immediata e diretta da osservazioni sperimentali. Entrambi i poli magnetici si muovono in direzione nord-ovest ma mentre il polo nord si muove alla velocità di circa 37-72 km all’anno (con una lieve diminuzione nell'anno 2016), la velocità del polo sud è di circa 5-9 km all’anno”, ha aggiunto invece Mauro Regi, primo autore dello studio. “Oggi il polo sud magnetico dista dal suo omologo geografico circa 2800 km, quello nord circa 350 km”, ha quindi specificato Stefania Lepidi, co-autrice dello studio.