Polo nord e Polo sud si scambiano messaggi che influenzano il clima
ScienzeI cambiamenti climatici dell’Artide influenzerebbero l’Antartide su due livelli: uno più rapido, tramite l’atmosfera, e un altro più graduale, sfruttando le acque oceaniche
Opposti per posizione geografica e per le tempistiche con cui si verificano fenomeni quali la notte polare, Polo nord e Polo sud sono tuttavia in grado di comunicare tra loro scambiandosi messaggi che possono influenzare il clima a lungo termine. Lo rivela una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature e condotta da un team internazionale, di cui fanno parte gli italiani Mirko Severi, dell’Università di Firenze, e Barbara Stenni, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La connessione tra l’area artica e quella antartica agirebbe su due livelli, portando sia cambiamenti immediati che in un arco di tempo prolungato.
I cambiamenti dovuti all’Era Glaciale
La comunicazione che avviene tra i due poli è emersa dopo che i ricercatori hanno prelevato e analizzato le carote di ghiaccio della Groenlandia e di diversi luoghi antartici. Questi preziosi elementi rappresentano infatti per gli scienziati una sorta di ‘database’, in cui sono registrate anche le temperature che hanno caratterizzato, tra 100.000 e 20.000 anni fa, l’ultima Era Glaciale. Lo studio delle carote di ghiaccio ha permesso ai ricercatori di individuare una duplice relazione tra ciò che avviene al Polo nord e i conseguenti cambiamenti climatici dell’Antartide. Secondo il team, le influenze più rapide, che avvengono attraverso l’atmosfera, sono paragonabili a sms, mentre quelle più a lungo termine sarebbero comparabili a cartoline.
Corrente del Golfo più debole?
Nel periodo preso in considerazione dallo studio, infatti, la temperatura cambiò in breve tempo circa 25 volte, con il rafforzarsi e l’indebolirsi della corrente del Golfo. Quest’ultima può riscaldare la Groenlandia di circa 10-15 gradi in soli 10 anni, un trasferimento di calore che raffredda gli oceani e, più gradualmente, l’Antartide. Secondo Severi, i cambiamenti che avvengono tramite l’atmosfera sarebbero più rapidi e meno intensi, mentre quelli portati dalle acque oceaniche, pur impiegando un tempo maggiore, sarebbero più drastici. Il ricercatore afferma che “oggi ci potremmo trovare in una fase di indebolimento della corrente del Golfo”, che potrebbe avere tra gli effetti quello di ridurre i monsoni, complicando la vita delle persone che vivono in Asia e per cui quelle piogge sono estremamente importanti.