Mare di Ross, svelato il mistero delle acque super salate in Antartide

Scienze

E’ frutto di un'anomalia climatica, cominciata con il fenomeno di El Nino del 2015 e proseguita negli anni successivi con un indebolimento dei venti che trasportano nell’area acqua dolce dall'Antartide Occidentale. A sottolinearlo uno studio, cui hanno partecipato anche ricercatori italiani, pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience”

Il Mare di Ross è una profonda baia situata in Antartide e oltre la metà di essa è costantemente coperta da una spessa coltre di ghiaccio, chiamata “Barriera di Ross”, formata da una superficie di circa 500.000 km quadrati. Negli ultimi 5 anni la salinità delle acque di questa baia è aumentata in maniera piuttosto significativa e, grazie ad un approfondito lavoro di ricerca, è stato possibile scoprirne la causa. Si tratta di quella che gli esperti hanno definito una “anomalia climatica”, cominciata con El Nino (un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque) nel 2015 e proseguita negli anni successivi con un indebolimento dei venti che trasportano nel Mare di Ross acqua dolce dall'Antartide Occidentale. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience” da un gruppo internazionale di esperti di cui fanno parte anche gli italiani Giorgio Budillon e Pasquale Castagno, dell'Università Parthenope di Napoli e Pierpaolo Falco, dell’Università Politecnica delle Marche.

L’innalzamento del livello dell’oceano

Il risultato della ricerca è frutto di 30 anni di studi condotti nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziato dal Ministero dell'Università e Ricerca (Mur) e gestito da Enea e Consiglio Nazionale delle Ricerche. "La ricerca collega fenomeni di larga scala come El Nino a fenomeni che avvengono su aree molto meno estese”, ha spiegato Falco all’Ansa. “I modelli numerici di previsione del clima non sono ancora in grado di catturare questi processi e dimostrare il meccanismo che li produce, può essere molto importante ai fini di un miglioramento delle previsioni", ha poi aggiunto. Secondo l’esperto, l'aumento del volume della massa d'acqua super salata, potrebbe "contribuire all'innalzamento del livello dell'oceano che è la conseguenza che ci preoccupa di più".

Le acque super salate del Mare di Ross

Il team italiano di ricercatori, che tra l’altro sta partire per la prossima campagna oceanografica in Antartide, partecipa ormai da alcuni alle ricerche nel Mare di Ross, area dove si forma una massa d'acqua dalla salinità relativamente alta. Come sottolineato dagli stessi esperti, quest'acqua si muove sul fondo, mescolandosi con un'altra massa con cui forma le acque più dense e profonde del pianeta, le cosiddette “Antarctic Bottom Water”, che sono parte di un circuito che negli oceani ridistribuisce calore, CO2, e muove le correnti. I ricercatori stesi avevano già rilevato che queste acque sono diventate più salate, con effetti immediatamente visibili sulle acque di fondo. E proprio nell’ambito di questa ricerca, di cui Alessandro Silvano dell'Università di Southampton è primo autore, è stato scoperto che il fenomeno di El Nino del 2015 (anno in cui è stato più intenso del solito) ha avuto un effetto a cascata. Infatti, ha indebolito i venti che soffiano lungo il continente antartico e che trasportano nel Mare di Ross ghiaccio ed acqua dolce dalla parte occidentale dell'Antartide, zona dove è in corso la riduzione dei ghiacciai continentali.

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