Antartide, scioglimento ghiacciai: allarme dai satelliti dell'Esa

Scienze

L’indebolimento di queste enormi masse di ghiaccio è stato definito dall’Esa come “il primo passo verso la loro disgregazione e l’innalzamento del livello del mare”

Le fratture presenti in due dei ghiacciai più grandi e in rapida evoluzione dell’Antartide stanno peggiorando. A indicarlo è un nuovo studio, basato sulle immagini fornite dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea (Esa), della Nasa e della United States Geological Survey (Usgs). L’indebolimento di queste enormi masse di ghiaccio è stato definito dall’Esa come “il primo passo verso la loro disgregazione e l’innalzamento del livello del mare”. I due ghiacciai in questione sono noti come Pine Island e Thwaites: si trovano entrambi nel mare di Amundsen e sono responsabili del 5% dell’innalzamento del livello del mare in tutto il mondo.

This image taken 12 December 2000 and released by NASA 22 March 2001 shows a crack (Upper L) on Pine Island glacier is also seen by the ASTER instrument, on board the TERRA satellite. At its widest point, the crack is 400-500 meters across. Scientists believe that the crack appeared rapidly, less than five weeks, and would begin calving icebergs in approximately 18 months. On the left hand side of the image, stress fractures in the ice are clearly seen.      AFP PHOTO (Photo by - / NASA / AFP) (Photo by -/NASA/AFP via Getty Images)
Il ghiacciaio Pine Island - ©Getty

L’evoluzione dei ghiacciai

Assieme, i due ghiacciai occupano un’area delle dimensioni della Norvegia e contengono abbastanza acqua da aumentare il livello globale del mare di oltre un metro. Nel corso degli ultimi decenni la loro morfologia è mutata, a causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento degli oceani, che hanno determinato lo scioglimento, l’assottigliamento e il ritiro delle piattaforme di ghiaccio. Gli esperti dell’Esa spiegano che “prevedere come si evolveranno questi ghiacciai nei prossimi anni è essenziale per comprendere il futuro dei nostri mari e del nostro pianeta”. Le previsioni attuali sono però incerte, a causa dell’assenza di modelli computerizzati capaci di tenere pienamente conto dei processi e delle proprietà delle masse di ghiaccio nelle loro proiezioni.

 

Lo svolgimento dello studio

“Per rivelare cosa stia realmente accadendo a Pine Island e Thwaites, abbiamo analizzato i dati di imaging da una serie di satelliti diversi”, spiega Stef Lhermitte, ricercatore della Delft University of Technology nei Paesi Bassi e autore principale dello studio. “Abbiamo riscontrato danni strutturali ai “margini di taglio” delle piattaforme di ghiaccio dei ghiacciai, dove il ghiaccio passa da veloce a lento. In questi punti sono presenti grandi crepacci, spaccature e fratture aperte che indicano la lenta lacerazione delle piattaforme di ghiaccio”, prosegue l’esperto. “In questo momento le piattaforme di ghiaccio sono un po’ come “un’automobile lenta” nel traffico: costringono tutto ciò che si trova dietro di loro a rallentare. Una volta rimosse, il ghiaccio che si trova più all’interno accelererà, il che a sua volta farà salire il livello del mare ancora più velocemente”, aggiunge Lhermitte.

 

Il deterioramento dei ghiacciai

Nelle immagini ottenute nel 1997 i ghiacciai risultavano privi di fratture, mentre in quelle del 2016 il danno era già presente, ma molto meno diffuso. Ciò implica che il deterioramento ha subito una brusca accelerazione negli scorsi due decenni ed è peggiorato in modo significativo negli ultimi due anni. Nel corso del nuovo studio, Lhermitte e i suoi colleghi hanno studiato lo sviluppo delle aree danneggiate dal 1997 al 2019, i cambiamenti relativi all’elevazione del ghiacciaio e alle caratteristiche della piattaforma di ghiaccio e la velocità del ghiaccio in movimento utilizzando i dati della missione Earth Explorer CryoSat dell'Esa, la missione Copernicus Sentinel-1, il programma Landsat di Nasa e Usgs e lo strumento giapponese Aster a bordo del satellite Terra della Nasa. Sulla base dei dati raccolti, il team di ricerca ha realizzato un modello del potenziale impatto dei margini di taglio danneggiati, con risultati preoccupanti.

L’importanza dei nuovi dati

Thomas Nagler, il coautore dello studio, spiega che le fratture presenti nei ghiacciai potrebbero innescare un processo di feedback che porterà alla disintegrazione delle piattaforme di ghiaccio. “Quando i ghiacciai si fratturano nei punti deboli, il danno preesistente si diffonde, causando un ulteriore indebolimento delle piattaforme di ghiaccio e rendendo più probabile che quest’ultime inizino a sgretolarsi ancora più in fretta”, spiega il ricercatore. Man mano che le piattaforme di ghiaccio diventeranno sempre più danneggiate, i ghiacciai perderanno massa e le loro “linee di messa a terra”, ossia le regioni in cui le calotte glaciali diventano abbastanza galleggianti da staccarsi dal fondo marino, si ritireranno. “I risultati dello studio evidenziano la pressante necessità di includere i processi di feedback nelle proiezioni modello di ritiro della piattaforma di ghiaccio, perdita di massa della calotta glaciale e cambiamenti del livello del mare”, aggiunge Mark Drinkwater, Mission Scientist dell’Esa per CryoSat. “Sappiamo che una quantità significativa di ghiaccio glaciale dell’Antartide è attualmente colpita dai cambiamenti climatici, infatti uno studio recente ha rilevato che il 24% di questo ghiaccio si sta rapidamente assottigliando ed è instabile”, prosegue.  “I nuovi risultati ottenuti sottolineano quanto velocemente stia peggiorando questo danno rivelano che i ghiacciai di Pine Island e Thwaites sono più vulnerabili che mai", conclude Drinkwater.

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