Una pianta cinese si mimetizza per essere meno visibile all'uomo

Scienze
twitter.com/UniofExeterNews

Si chiama “Fritillaria delavayi”, è tipica dei monti Hengduan, in Cina ed il suo bulbo viene utilizzato nella medicina cinese da più di duemila anni. Per rispondere alle azioni dell’uomo, che è solito raccoglierla, questa pianta si è evoluta a tal punto da utilizzare il camuffamento per nascondersi. A dirlo, una ricerca condotta dagli esperti del Kunming Institute of Botany e dell'Università di Exeter

Il suo nome scientifico è “Fritillaria delavayi” ed è una pianta utilizzata nella medicina tradizionale cinese, tipica dei pendii rocciosi dei monti Hengduan, in Cina, un sistema montuoso dell'Asia orientale che forma la parte sud-orientale dell'altopiano tibetano e il confine occidentale del bacino del Sichuan. La sua particolarità è che potrebbe essersi evoluta a tal punto da diventare meno visibile agli esseri umani. A rivelarlo, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica "Current Biology", sono stati gli esperti del Kunming Institute of Botany, che fa parte dell'Accademia cinese delle Scienze e quelli dell'Università di Exeter, che hanno esaminato l'insieme di effetti che le attività dell'uomo hanno sulla “Fritillaria delavayi”.

Aumentare le chance di sopravvivenza

Martin Stevens, del Center for Ecology and Conservation del Penryn Campus di Exeter, ha spiegato che “gli esseri umani stanno guidando l'evoluzione di questa specie in nuove forme di colore, perchè le piante mimetizzate aumentano le loro chance di sopravvivenza, dato che negli ultimi anni la raccolta di questa specie è incrementata significativamente". Per arrivare a sostenere questa tesi, il team di scienziati ha misurato il livello di corrispondenza tra le popolazioni di piante e l'ambiente montano, stimando così le modalità e la frequenza di raccolta della pianta stessa. "E' impressionante notare l'impatto così diretto e significativo delle azioni umane sulla colorazione di questi organismi selvatici, non solo per la loro sopravvivenza ma anche per quanto riguarda l'importanza della loro evoluzione”, ha sottolineato ancora l’esperto. “Molte piante tendono a utilizzare il camuffamento per nascondersi dagli erbivori, ma in questo caso il cambiamento di colorazione rappresenta una risposta alle abitudini dell'uomo, che per anni ha raccolto la fritillaria delavayi", ha detto Stevens. Secondo i risultati dei ricercatori, infatti, il livello di mimetizzazione delle piante è strettamente legato all'attività di raccolta da parte delle popolazioni locali.

Le diverse tonalità

Gli esperti, anche grazie ad una serie di simulazioni al computer, hanno potuto evidenziare come le piante che avevano sviluppato tonalità maggiormente difficili da individuare avevano più possibilità di sopravvivenza. "La fritillaria delavayi è caratterizzata da foglie di colore variabile dal marrone al verde. Il bulbo viene utilizzato nella medicina cinese da più di duemila anni", ha spiegato ancora Stevens. "Credevamo che l'evoluzione del tono delle foglie della fritillaria dipendesse interamente dalle abitudini degli erbivori, ma abbiamo realizzato che si tratta invece di un cambiamento guidato dall'impatto antropico. Saranno necessari ulteriori studi, ma il nostro lavoro rappresenta un'ulteriore dimostrazione della profonda influenza che il comportamento umano può provocare sulla biodiversità", ha invece commentato Yang Niu, ricercatore del Kunming Institute of Botany che ha partecipato alla ricerca.

Faggio_Pixabay

approfondimento

Piante, individuato l’orologio molecolare che fa crescere le radici

Scienze: I più letti