Piante, individuato l’orologio molecolare che fa crescere le radici

Scienze

È stato scoperto da un gruppo di ricercatori dell’Università Sapienza di Roma coordinato da Raffaello Dello Ioio. I risultati del loro studio potrebbero aiutare a migliorare l’adattamento delle specie vegetali all’ambiente

La crescita delle radici delle piante è scandita da un “orologio molecolare”. Questo meccanismo è stato individuato da un gruppo di ricercatori dell’Università Sapienza di Roma coordinato da Raffaello Dello Ioio, i cui studi sullo sviluppo degli organi delle piante gli hanno permesso di vincere nel 2019 il premio “Antonio Feltrinelli giovani”, assegnato dall’Accademia dei Lincei. La ricerca dell’ateneo è stata pubblicata sulla rivista Current Biology e potrebbe aiutare a migliorare l’adattamento delle specie vegetali all’ambiente. Per svolgerla, i ricercatori hanno preso in esame Arabidopsis thaliana, la pianta più studiata nei laboratori di biologia. Studiandone le caratteristiche, sono riusciti a svelare il particolare meccanismo che regola la divisione asimmetrica del tessuto corticale, a cui consegue l’incremento del numero di strati da uno a due.

Il “meccanismo” dell’orologio molecolare

“Otto giorni dopo la germinazione, quando l’embrione nel seme inizia a uscire dalla fase di quiescenza, si verifica una riduzione dell’espressione di alcune piccole molecole di Rna, i microRna 165 e 166”, spiega Dello Ioio. “La divisione asimmetrica della cortex, una componente della struttura della radice, risulta dipendere proprio dalla minore espressione dei microRna, che esercitano un controllo positivo sui livelli del fitormone gibberellina e uno negativo su quelli del fattore di trascrizione Phabulosa”, aggiunge l’esperto. L’identificazione di questi meccanismi “permette di comprendere come avviene la maturazione degli organi e potrà aiutare gli scienziati a capire come manipolare tali meccanismi per migliorare l’adattamento delle piante alla variazioni ambientali”, conclude Dello Ioio.

 

La breve vita delle piante che crescono più in fretta delle altre

Nel corso di un altro studio, a cui hanno partecipato anche alcuni esperti italiani, un gruppo di ricercatori dell’Università di Leeds è riuscito a stabilire che gli alberi che crescono più in fretta hanno una vita più breve rispetto alle altre. L’ipotesi degli studiosi è che queste piante usino quasi tutte le energie a loro disposizione per crescere, trascurando le proprie difese contro malattie, insetti e siccità.

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