Si chiama “Lobaria pulmonaria” ed è stato rinvenuto all’interno del parco di San Rossore, in un'area di 200 ettari di bosco, ad una distanza media di 2 chilometri dalla costa. In totale ne sono stati osservati 19 esemplari
Il suo nome scientifico è “Lobaria pulmonaria” e si tratta di un lichene piuttosto raro che è stato scoperto all’interno del parco di San Rossore, nel Pisano, dal biologo Paolo Pasquinelli e da Fabrizio Puccini, entrambi del Gruppo Micologico Livornese.
Un antico antinfiammatorio
La scoperta, si legge in un comunicato pubblicato sul portale della Tenuta di San Rossore, risulta particolarmente significativa dal momento che questo specifico lichene, a causa dell’inquinamento, delle variazioni climatiche e della proliferazione di piante aliene, “rischia l’estinzione specialmente nelle zone costiere italiane”. In particolare, la ricerca, ha riguardato 200 ettari di bosco, ad una distanza media di 2 chilometri dalla costa, dove in totale sono stati osservati 19 esemplari di “Lobaria pulmonaria” su querce e frassini. Comunemente conosciuto con il nome di “lichene polmonario”, nell’antichità veniva utilizzato in erboristeria come antinfiammatorio. Gli esperti spiegano, descrivendone le caratteristiche, che si tratta di un “lichene folioso che cresce sulla corteccia di alberi, costituito da un fungo ascomicete in simbiosi con un’alga verde e un cianobatterio”. Alla vista, si presenta di un color grigio-bruno se asciutto e di un colore tendente al verde brillante in condizioni di umidità. La sua presenza, proprio in virtù del rischio di estinzione, ha interessato il Museo Orto Botanico dell’Università di Pisa che ha inserito un campione nella collezione dell’erbario. Il ritrovamento del lichene, sottolineano ancora gli esperti, “rappresenta un indice naturale di salute riferito ad un ecosistema ‘pulito’, senza inquinanti e senza interventi antropici dannosi”.
Il parco di San Rossore
Il Parco Naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, si legge sul sito istituzionale, si propone, attraverso attività di educazione ambientale e di didattica naturalistica, “come aula didattica decentrata convenzionata con il sistema scolastico, che possa offrire la possibilità di esperienze concrete di ricerca, osservazione e sperimentazione scientifica, di informazione ed elaborazione culturale su tematiche relative al territorio”. Si impegna nel garantire l’informazione e la ricerca su temi di fondo dell’ambiente e del rapporto uomo – natura e nel “coniugare la dimensione formativa con quella progettuale diventando luogo di elaborazione, gestione e controllo dell’attività svolta dall’Ente”. Per farlo vengono coinvolti partner come la scuola, le associazioni che operano nel settore, gli Enti Locali e le diverse agenzie formative.