Hayabusa 2, il 6 dicembre atteso il rientro della sonda sulla Terra

Scienze

La sonda dell’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), lanciata nel 2014 per raccogliere campioni del suolo dell'asteroide Ryugu, dovrebbe portare con sé almeno 100 milligrammi di materiale, con l’obiettivo di fornire importanti e decisive informazioni sui primi istanti di formazione del Sistema Solare e sulla nascita dei pianeti rocciosi

Hayabusa 2 è una sonda sviluppata dall'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) ed inviata nello spazio con l’obiettivo di raggiungere l'asteroide 162173 Ryugu e prelevarne alcuni campioni di suolo da riportare poi sulla Terra. Il lancio della missione è avvenuto il 3 dicembre 2014 e nel giugno del 2018 la sonda ha raggiunto l'asteroide, restando in orbita ad una distanza di circa 20 Km. Dopo una serie di misurazioni e rilevamenti, la sonda ha iniziato le manovre necessarie per tornare sulla Terra il 13 novembre 2019, portando con sé i campioni raccolti sulla superficie di Ryugu. Ora, il 6 dicembre prossimo, Hayabusa 2 rientrerà nell'atmosfera terrestre per atterrare nel deserto australiano, precisamente nel sito di Woomera Prohibited Area.

Un viaggio durato sei anni

Come confermato anche dal countdown che si può monitorare sui canali social dedicati al progetto, la sonda giapponese Hayabusa 2 sta dunque per tornare alla base. Come spiegano gli esperti, porterà polveri e piccoli frammenti di roccia dell'asteroide Ryugu, le cui analisi potrebbero fornire importanti e decisive informazioni sui primi istanti di formazione del Sistema Solare e sulla nascita dei pianeti rocciosi, compresa proprio la Terra. In particolare, dopo ben sei anni in orbita grazie ad un viaggio di circa 5,24 miliardi di chilometri, la sonda sorvolerà la Terra per liberare una capsula, al cui interno è custodito l’insieme dei campioni. Si tratta di almeno 100 milligrammi di materiale raccolto dalla superficie di Ryugu, un asteroide molto primitivo che si pensa abbia conservato parte del materiale originario del Sistema Solare, quando si è formato circa 4,5 miliardi di anni fa.

Le fasi di recupero

Nello specifico, la sonda libererà la capsula e ripartirà per visitare poi altri due asteroidi, 2001 CC21 nel luglio 2026 e 1998 KY26 nel luglio 2031. La capsula che arriverà nel deserto australiano, raccontano gli astrofisici, è rivestita con uno scudo termico che la proteggerà dalle temperature intorno ai 3.000 gradi, le stesse che incontrerà durante l'ingresso nell’atmosfera. L'atterraggio è previsto, come detto, in Australia, in un’area estesa per 100 chilometri quadrati, nell'area protetta di Woomera. Le fasi prevedono, una volta aperto il paracadute e toccato il suolo, che la capsula invii un segnale radio alla squadra di esperti preposti al recupero della stessa. Una volta individuata, la capsula verrà recuperata e quindi inviata in Giappone dove, attraverso un delicato lavoro di studio e analisi dei campioni, potranno essere prodotti una serie di dati. Il ritorno di Hayabusa 2 è molto atteso e rappresenterà una tappa importante nella storia dell'esplorazione del Sistema Solare. La sonda, tra l’altro, è atterrata due volte sulla superficie dell'asteroide Ryugu per raccoglierne i campioni ed in passato era successa la stessa cosa con la missione Hayabusa, che nel 2010 aveva portato sulla Terra un campione dell'asteroide Itokawa, sebbene il dispositivo di campionamento si fosse rotto e solamente pochi microgrammi di materiale erano stati recuperati. Quello che dovrebbe portare sulla Terra Hayabusa 2, invece, dovrebbe rappresentare una quantità tale di materiale nettamente più cospicua e gli esperti sperano di essere in grado di condurre test approfonditi in merito.

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