Mauritius, le immagini del disastro ambientale dai satelliti. FOTO

Scienze
Copernicus Sentinel data (2020), processed by ESA, CC BY-SA 3.0 IGO

L’European Space Agency (ESA) ha diffuso le immagini satellitari del luogo dell’incidente, causato dalla perdita di carburante da parte di una nave incagliata, in cui si può osservare la marea scura che si è diffusa nelle acque cristalline dell'Oceano Indiano

Il 25 luglio la nave MV Wakashio, che trasportava quasi 4.000 tonnellate di petrolio, si è incagliata su una barriera corallina nella costa sud-orientale delle Mauritius. Secondo i resoconti dei media locali, più di 1000 tonnellate di carburante sono fuoriuscite dalla nave arenatasi a Pointe d'Esny, area inserita fra le zone umide di importanza internazionale tutelate dalla Convenzione di Ramsar, e nei pressi del parco marino di Blue Bay. Le barriere coralline vicine, nonché le spiagge e le lagune circostanti sono state intaccate e le Mauritius hanno dichiarato lo stato di emergenza ambientale. L’European Space Agency, dalle pagine del proprio sito, ha diffuso le immagini satellitari del luogo dell’incidente, in cui si vede la chiazza di petrolio scura che si diffonde nelle acque limitrofe e che gli esperti stanno utilizzando per monitorare la situazione.

Le spiegazioni degli esperti

In particolare, in un’immagine catturata l'11 agosto dai satelliti della missione Sentinel-2 nell’ambito del programma Copernicus, la MV Wakashio, visibile nella parte inferiore dello scatto, è arenata proprio vicino a Pointe d'Esny. La marea nera, rappresentata dal petrolio fuoriuscito, può essere identificata come una sottile linea nera circondata dai brillanti colori turchesi dell'Oceano Indiano. Il petrolio è visibile vicino alla nave, così come in altri luoghi intorno alla laguna. Intanto, spiegano gli esperti dell’Esa, in risposta al tragico incidente, l'8 agosto scorso è stato attivato l'International Charter Space and Major Disasters. Si tratta di un protocollo internazionale che permette ai soccorritori un rapido accesso ai dati satellitari in caso di disastro. Proprio in quest’ottica è già stato stilato un rapporto completo che fornisce una valutazione preliminare della fuoriuscita di petrolio, utilizzando proprio le immagini della missione Sentinel-2 che fa parte del programma europeo “Copernicus”. I frequenti passaggi dei satelliti sulla stessa area e l'elevata risoluzione garantita dallo spazio, concludono gli esperti dell’Esa, consentiranno alle autorità di monitorare attentamente i cambiamenti che si potrebbero manifestare nelle acque dell’Oceano Indiano.

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