Il risultato si deve agli esperti del centro giapponese Riken per la scienza del cervello, che hanno analizzato il senso dell’olfatto dei roditori, focalizzandosi sulla funzione di una linea di cellule presente esclusivamente nel claustro
Un team di ricercatori giapponesi avrebbe individuato nei topi una possibile centralina di controllo del cervello, che risiederebbe nella sottile lamina di materia griglia, denominata claustro. La scoperta si deve agli esperti del centro giapponese Riken per la scienza del cervello, coordinato da Yoshihiro Yoshihara, e apre la strada a nuove ricerche finalizzate ad indagare nel dettaglio la sua funzione.
Il claustro, come spiegato nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Nature Communication, è una struttura interna del cervello che si trova in un regione della corteccia cerebrale in continuità con l’amigdala, “una delle aree più primitive del cervello, sede delle emozioni”.
Lo studio nel dettaglio
Per compiere lo studio, condotto su un campione di topi di laboratorio, gli esperti giapponesi hanno studiato nei roditori il senso dell’olfatto e il rilevamento dei feromoni, focalizzandosi sulla funzione di una specifica popolazione di cellule cerebrali presente solo nel claustro, definito dagli esperti come “una struttura interna del cervello, dove convergono stimoli sensoriali multipli ed emerge la coscienza”.
L’attività cellulare di questa particolare struttura può essere attivata utilizzando la tecnologia optogenetica o disattivata intervenendo su singoli geni attraverso la manipolazione genetica.
I risultati della ricerca
Studiando il claustro e mappando i suoi input e output, gli esperti hanno dimostrato che rappresenterebbe un’area fondamentale per la gestione delle funzioni cerebrali, in quanto oltre a ricevere segnali da diverse zone cerebrali superiori, quali quella per il controllo sensoriale e motorio, invierebbe connessioni a numerose altre regioni del cervello, come le cortecce prefrontali, orbitali, cingolate, motorie, insulari ed entorinali.
Il claustro sarebbe dunque “al centro di una rete cerebrale estesa, che copre diverse aree coinvolte nei processi cognitivi” e agirebbe come una sorta di direttore di questa regione cerebrale. "Raggiunge essenzialmente tutte le aree cerebrali superiori e tutti i tipi di neuroni, rendendolo un potenziale orchestratore di attività a livello cerebrale”.