Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) gli aneurismi cerebrali sono dilatazioni patologiche delle arterie presenti nel cervello. Il rigonfiamento di questi vasi sanguigni è causato dallo sfiancamento delle loro pareti, in molti casi dovuto a problemi di ipertensione. La rottura di un aneurisma cerebrale determina un’emorragia che può causare danni irreversibili al cervello e portare al coma o persino alla morte. Le stime degli esperti indicano che gli aneurismi colpiscono circa il 5% della popolazione mondiale e che si formano prevalentemente lungo le arterie cerebrali media o anteriore o nelle zone di maggiore debolezza, ossia dove i vasi si suddividono. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a oltre 2,5 centimetri e, assieme alla forma e alla posizione, influiscono sui disturbi che si possono manifestare e sono indicative delle cause e delle terapie da adottare.
I sintomi dell’aneurisma cerebrale
Nella maggior parte dei casi l’aneurisma rimane silente tutta la vita e non provoca disturbi, ma in rare situazioni può aumentare progressivamente di dimensioni fino a dare sintomi da “effetto massa”, come cefalee, compressione dei nervi cranici (con conseguenti disturbi della motilità oculare), crisi epilettiche ecc. La rottura dell’aneurisma è accompagnata dal cosiddetto “mal di testa a rombo di tuono”, particolarmente intenso, e seguita da altri sintomi. Tra i più comuni è possibile elencare:
• Stato di confusione
• Difficoltà a esprimersi
• Rallentamento nei movimenti
• Paralisi di una parte del corpo
• Movimenti a scatti
• Breve perdita di coscienza
• Coma grave e profondo (nelle situazioni più pericolose)
approfondimento
Morto a 19 anni Andrea Rinaldi, ex Primavera dell'Atalanta
Le cause dell’aneurisma cerebrale
In molti casi gli aneurismi vengono considerati congeniti, in quanto il loro sviluppo nel corso degli anni è favorito da alcune anomalie delle arterie cerebrali presenti sin dalla nascita. È possibile catalogare come aneurismi congeniti quelli causati da:
• malformazione artero-venosa (MAV), caratterizzata da un groviglio di vene e arterie che comunicano direttamente tra loro
• La sindrome Ehlers-Danlos e il pseudoxantoma elastico (PXE), malattie ereditarie che comportano anomalie del tessuto connettivo che costituisce la parete del vaso
• La malattia del rene policistico autosomica dominante e la coartazione aortica, due patologie ereditarie caratterizzate da una elevata pressione del sangue che può sia causare la formazione di aneurismi cerebrali sia favorirne la rottura
Un secondo sottogruppo è quello degli aneurismi acquisiti, nel quale rientrano quelli causati da:
• accumulo di depositi di grasso (placche aterosclerotiche) sulla parte più interna della parete delle arterie
• infezioni della parete interna dei vasi, causate da microorganismi presenti nel flusso sanguigno
• lesioni che alterano la parete del vaso come, per esempio, una ferita provocata da un’arma
• pressione del sangue costantemente alta (ipertensione arteriosa cronica). Gli aneurismi che si formano per questo motivo sono noti come aneurismi di Charcot-Bouchard o aneurismi miliari o microaneurismi e colpiscono le piccole arterie cerebrali, in special modo le arterie lenticolostriate. Spesso causano delle emorragie cerebrali
Come prevenire gli aneurismi cerebrali
Per evitare lo sviluppo di aneurismi, l’Istituto Superiore di Sanità consiglia alle persone in buone condizioni di salute di seguire un’alimentazione corretta, ritagliare del tempo per l’attività fisica e dormire a sufficienza. Sono da evitare il fumo e l’abuso di alcol e droghe. Chi scopre di avere un aneurisma di piccole dimensioni deve fare attenzione a mantenere basse la pressione sanguigna e tenere sotto controllo l’aumento del peso corporeo. È comunque consigliabile rivolgersi a un medico specialista per un consulto.