Scoperto il primo animale che riesce a vivere senza ossigeno

Scienze

Si tratta di un parassita microscopico che vive nei muscoli dei salmoni, denominato “Henneguya Salminicola”. Sequenziandone il Dna, i ricercatori dell'università di Tel Aviv e dell'Oregon ne hanno scoperto la particolare capacità

Si chiama “Henneguya Salminicola” è un parassita microscopico che appartiene allo stesso gruppo di meduse, coralli e anemoni ed è il primo animale in grado di sopravvivere senza ossigeno. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'università israeliana di Tel Aviv e quelli dell'università di stato americana dell'Oregon, in uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze Americana (Pnas).

Un organismo privo di mitocondri

ll piccolo animale, spiegano i ricercatori, vive nei muscoli del salmone che infetta attraverso alcune spore, che al microscopio sono risultate avere una forma allungata, molto simile a quella di piccoli girini. Si tratta, in sostanza, di un organismo pluricellulare, privo di mitocondri, cioè le cosiddette centrali energetiche delle cellule, strutture dotate di un proprio Dna che si servono dell'ossigeno per produrre energia in un processo chiamato dagli esperti “respirazione mitocondriale”. Per scoprirne le caratteristiche gli scienziati hanno sequenziato il Dna dell’Henneguya Salminicola e, in maniera abbastanza sorprendente, si sono accorti che non c'era traccia alcuna del Dna contenuto nei mitocondri. La scoperta ha incuriosito i ricercatori che hanno deciso di ripetere più volte il test, convinti di aver commesso qualche errore nell’esecuzione: ma alla fine l’evidenza scientifica ha dimostrato che l'animale non è dotato di mitocondri ed è, dunque, in grado di sopravvivere senza ossigeno.

Un ambiente anaerobico

L'ipotesi dei ricercatori israeliani ed americani a questa scoperta è che il parassita ricavi l'energia necessaria a condurre la propria dall'ospite che infetta, dunque dai salmoni. Questo, probabilmente, accade perché il parassita vive in un ambiente anaerobico: la scoperta, come detta, è avvenuta in maniera accidentale, una volta riscontrato che il parassita non possedeva un genoma mitocondriale, la cui assenza sta proprio ad indicare che l'animale non si serve dell’ossigeno. Fino a questa scoperta, in ambito scientifico si era discusso della possibilità che organismi appartenenti al regno animale potessero sopravvivere in ambienti anaerobici. Il presupposto che tutti gli animali respirino ossigeno si basava, tra le altre cose, sul fatto che gli animali sono organismi multicellulari altamente sviluppati, che sono apparsi per la prima volta sulla Terra quando i livelli di ossigeno sono aumentati. Anche per questo motivo lo studio, sostengono gli esperti, potrebbe avere importanti ricadute nella ricerca di forme di vita primitiva su altri pianeti.

L’evoluzione degli organismi

"Si ritiene generalmente che durante l'evoluzione, gli organismi diventino sempre più complessi e che i semplici organismi monocellulari siano gli antenati di organismi complessi", ha spiegato Dorothee Huchon, tra gli scienziati coinvolti nella scoperta. "Ma qui c’è un animale il cui processo evolutivo è proprio l'opposto. Vivendo in un ambiente privo di ossigeno, ha liberato geni non necessari responsabili della respirazione aerobica ed è diventato un organismo ancora più semplice", ha concluso.  

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