Lanciata la Soyuz, a bordo anche il satellite italiano Cosmo SkyMed

Scienze
Il momento del lancio (ESA/@CNES/@Arianespace)

Dopo un rinvio dovuto a problematiche tecniche, il vettore è partito dalla Guyana Francese portando in orbita una serie di satelliti, tra cui anche quello gestito dall'Agenzia Spaziale Italiana 

Il lancio del vettore Soyuz, dopo alcuni problemi tecnici al software di bordo che avevano allungato le tempistiche previste, è avvenuto con successo dalla base europea di Kourou, nella Guyana Francese. Il veicolo spaziale porterà in orbita il satellite che inaugura la seconda costellazione del programma duale (cioè civile e militare) scelto per l’osservazione della Terra, chiamato “Cosmo SkyMed” e nato nel 2007 da un accordo fra i Ministeri dell'Istruzione, Università e Ricerca (Miur) e della Difesa e gestito dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). A bordo ci saranno anche due satelliti dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa): Cheops, destinato a individuare i pianeti esterni al Sistema Solare che potrebbero ospitare la vita e al quale l'Italia contribuisce con l'Università di Padova, e il piccolo Ops-Sat, che contiene il più potente computer mai andato in orbita e progettato per sperimentare software.

Le operazioni di rilascio dei mini satelliti

A bordo della Soyuz anche due costellazioni di mini satelliti (chiamati CubeSat) del Centro per la ricerca francese: la prima, detta Eye-Sat, è stata progettata per alcune ricerche in ambito astronomico, mentre la seconda, detta Angels (Argos Neo on a Generic Economical and Light Satellite) è un dimostratore tecnologico per una nuova generazione di satelliti che la Francia intende rilasciare in orbita a partire dal 2022. Le operazioni di rilascio in orbita di tutti i satelliti richiederanno ulteriore tempo: secondo il programma stabilito dagli esperti il primo satellite a separarsi dalla Soyuz, sarà Cosmo SkyMed, quindi, in successione, è attesa la separazione di Cheops. Infine, sarà il turno di Ops-Sat e quindi quella dei Cube-Sat delle missioni Eye-Sat e Angels.  

Il lavoro di Cheops

Cheops, come scrive l'Esa, osserverà le stelle luminose che sono già note per ospitare i pianeti, misurando minuscoli cambiamenti di luminosità dovuti al transito degli stessi attraverso il disco della stella. La missione prenderà di mira pianeti delle dimensioni della Terra e di Nettuno e fornirà informazioni importanti sulle loro caratteristiche. In particolare dirà se ci sono componenti rocciose, gassose o di ghiaccio. Si tratta, dicono gli astronomi, di un passaggio fondamentale per comprendere la natura dei pianeti oltre il nostro Sistema Solare.

L'Italia nella missione

C'è molta Italia, come detto, all'interno di questa missione, specie nella nuova fase del programma Cosmo Skymed, con la significativa partecipazione di numerose piccole e medie imprese. A lanciare il secondo satellite della nuova generazione, inoltre, sarà la nuova versione del lanciatore Vega (Vega C) costruito proprio in Italia dalla Avio. Si è arricchita così la costellazione Cosmo SkyMed, che da oltre dieci anni contribuisce a livello internazionale alla gestione delle emergenze, per il monitoraggio ambientale e per la sicurezza nazionale. "Con l'avvio della seconda generazione, l'Agenzia Spaziale Italiana eil Ministero della Difesa confermano per il futuro il loro impegno a garantire alla comunità nazionale la continuità dei servizi già disponibili, oltre ad introdurne di nuovi, per la gestione del territorio e la prevenzione dei disastri, per la sicurezza nazionale, per la protezione dell'ambiente e del patrimonio archeologico, per la gestione delle infrastrutture, ed in generale per la cura del nostro pianeta". Così scrivono le due istituzioni in una nota. 

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