A New Orleans, alla presenza di Jim Bridenstine, amministratore dell’Agenzia Spaziale Americana, è stato presentato in via ufficiale Space Launch System, il razzo spaziale da record che sarà protagonista della missione Artemis
"Questa volta, quando andremo sulla Luna, ci torniamo con tutta l'America". Con queste parole Jim Bridenstine, amministratore della Nasa, ha presentato la versione definitiva dello Space Launch System, il razzo spaziale che protagonista della missione Artemis, con la quale l’Agenzia Spaziale Americana ha intenzione di far tornare l’uomo sulla Luna, entro il 2024. Alto ben 212 piedi (quasi 65 metri), SLS è il razzo più alto mai costruito in assoluto ed è ormai pronto per eseguire il suo lavoro. L’evento si è tenuto direttamente presso il Michoud Assembly Facility della Nasa a New Orleans, da oltre 60 anni teatro della produzione e dell’assemblaggio dei più importanti veicoli spaziali americani.
Le caratteristiche dello Space Launch System
“Con oltre 1.100 grandi e piccole imprese dislocate in 44 stati che hanno contribuito alla progettazione e al montaggio, il razzo SLS consentirà all'America di raggiungere l'obiettivo del programma Artemis di far sbarcare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna entro il 2024", ha confermato Bridenstine. Prima, in programma, ci saranno una serie di test (Artemis I) intorno alla Luna per valutare i sistemi sia del razzo che del veicolo spaziale Orion, trasportato da SLS. Questi esperimenti, previsti in partenza entro giugno 2020 e senza equipaggio umano, apriranno così la strada alle missioni lunari che la Nasa ha messo in programma. Costituito da quattro potenti motori RS-25 e dotato di una serie di sistemi ingegneristici altamente avanzati, SLS, oltre ad aver battuto ogni record di altezza, è pronto ad eccellere anche in fatto di di potenza, dal momento che è stato progettato per raggiungere una velocità di mach 23 (28.400 chilometri orari) prima di separarsi dalla capsula Orion.
Il ruolo dell’Italia
Tra l’altro, è di recente la notizia che anche l’Italia sarà in qualche modo protagonista della missione Artemis. Il nostro Paese, infatti contribuirà alla realizzazione del primo modulo della futura stazione spaziale Lunar Orbital Platform-Gateway, avamposto che svolgerà un ruolo cruciale in questa missione e nei successivi viaggi verso Marte. “È una grande soddisfazione: siamo i primi europei a firmare questo tipo di accordo”, aveva dichiarato Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), che a Washington aveva siglato proprio con Jim Bridenstine una dichiarazione congiunta che rappresenta un passo intermedio verso un vero e proprio accordo bilaterale.