Iss, nuovi test per la lotta alle malattie neurodegenerative

Scienze

Sulla Stazione Spaziale Internazionale si stanno eseguendo alcuni studi utili a comprendere l'aggregazione proteica associata a devastanti malattie come l'Alzheimer e il Parkinson 

Un esperimento innovativo sulla Stazione Spaziale Internazionale che potrebbe aiutare i ricercatori a fare nuovi progressi nella lotta contro le malattie neurodegenerative aggressive come l'Alzheimer e il Parkinson. Si chiama ‘Ring-Sheared Drop’ ed è ospitato nel Microgravity Science Glovebox della stazione orbitante al cui comando c’è l’astronauta italiano Luca Parmitano, per consentire lo studio della formazione di fibrille amiloidi potenzialmente distruttive, come quelle trovate nei tessuti cerebrali di pazienti che combattono contro le malattie neurodegenerative.

La funzione delle fibrille amiloidi

Le normali funzioni cerebrali possono essere interrotte proprio da queste fibrille amiloidi, ovvero particolari proteine che possono denaturare, accumulano nel tempo in sede extracellulare e interrompere la sana funzionalità dei tessuti e degli organi umani. Nei casi di malattie come l'Alzheimer, tale degenerazione può essere profondamente debilitante e persino fatale, dicono gli esperti sul sito della Nasa. "Questo progetto è un ottimo esempio delle incredibili scoperte e progressi possibili con la collaborazione tra Agenzia Spaziale Americana, ricerca e industria", ha dichiarato Jan Hess, presidente di Teledyne Brown, il gruppo di ricerca protagonista degli esperimenti. "La nostra speranza è che questo test nello spazio avvicini la comunità scientifica a svelare i misteri di queste malattie che colpiscono così tante persone in tutto il mondo ogni giorno".

Un esperimento lungo due anni

La sperimentazione nella microgravità offre l'opportunità di studiare la formazione di fibrille amiloidi in condizioni che eliminano effetti indesiderati e che possono influenzare i risultati dei normali esperimenti di laboratorio", ha affermato Kevin Depew, ricercatore presso l'ufficio progetti dell'ISS. "Il team sta lavorando molto duramente e ci aspettiamo che possa reperire informazioni importanti", ha aggiunto. Gli esperimenti, sottolineano gli specialisti, sono iniziati a settembre e si prevede che lo studio continuerà per almeno due anni. Inoltre, altro obiettivo degli scienziati sarà quello di utilizzare la struttura dentro cui si svolgono questi test come un bioreattore spaziale, personalizzabile per altri studi sui fluidi o su cellule, batteri, alghe e altri materiali.  

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