Frutto di uno studio che ha coinvolto anche la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, permetterà di catturare immagini ad alta risoluzione e rilasciare farmaci in modo controllato
La sfida attuale della robotica applicata alla medicina è diventata quella di sviluppare sistemi che siano del tutto non invasivi, capaci di muoversi con sicurezza all’interno del corpo umano e di raggiungere zone particolarmente inaccessibili con strumenti tradizionali, al fine di eseguire terapie localizzate e interventi chirurgici mirati. Ad ottenere questo obiettivo ci ha pensato uno studio congiunto tra Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna, Politecnico di Zurigo e Istituto 'Paul Scherrer', pubblicato sulla rivista internazionale Small, al termine del quale è stato costruito il primo microrobot capace di cambiare forma per navigare nel modo più efficiente nel corpo umano, catturare immagini e consegnare farmaci nel luogo giusto.
Un dispositivo capace di cambiare forma
Il dispositivo, come racconta nel dettaglio il portale della Scuola Superiore Sant'Anna, è un microrobot magnetico soft in grado di restituire immagini di qualità elevata e di controllare in totale sicurezza le azioni di rilascio di farmaci in zone specifiche del corpo. Per lavorare al meglio, il microrobot sfrutterà la combinazione di campi magnetici per la navigazione, luce nella banda infrarossa per attivare il rilascio di farmaci e un particolare strumento diagnostico tradizionale (definito single photon emission computed tomography) che permette di ‘vedere’ all’interno del corpo umano, localizzare il microrobot stesso e controllarne la navigazione. “Il microrobot è composto da idrogel biocompatibili e sensibili alla temperatura e ai campi magnetici. La matrice idrogelica consente l’inclusione di farmaci e di mezzi di contrasto che ne consentono l’imaging ad elevata risoluzione” raccontato Veronica Iacovacci, prima autrice dello studio ed esperta di robotica medica a varie scale dimensionali. La particolarità di questo microrobot? Sarà quella di poter cambiare forma in seguito ad una stimolazione con luce infrarossa, dettaglio che consentirà l’effettivo rilascio controllato del farmaco.
Nuove prospettive nell’ambito delle terapie non invasive
Lo studio dunque, ha una notevole importanza in ambito medico perché consentirà di aprire nuove prospettive nell’ambito delle terapie non invasive e fornirà nuovi strumenti per avvicinare tali strategie terapeutiche alla pratica clinica. Ora "potrebbe essere concreta la strada che porta a nuovi finanziamenti e a nuove scoperte scientifiche che porterebbero a una profonda innovazione nel campo della robotica medica e della terapia localizzata”, ha precisato l’esperta.