Crispr, il taglia-incolla del Dna sbarca sulla Stazione Spaziale

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)

Sulla Iss sono iniziati i primi esperimenti su alcune cellule di lievito di birra per osservare gli effetti delle radiazioni cosmiche sul genoma degli organismi  

La tecnica Crispr approda nello spazio. Sono infatti iniziati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) i primi esperimenti con la tecnica del copia-incolla del Dna su alcune cellule del comune lievito di birra, con lo scopo di studiare gli effetti dell’esposizione ai raggi cosmici sul genoma umano, così da trovare anche possibili soluzioni in vista dei futuri viaggi verso la Luna e Marte. A darne notizia è la Nasa attraverso il blog ufficiale.

Aiutare futuri astronauti a proteggersi da radiazioni

La sperimentazione rientra all’interno del programma “Genes in Space” (Geni nello Spazio), ideato da quattro studenti statunitensi, che ha come obiettivo comprendere in che modo le cellule del comune lievito di birra (Saccharomyces cerevisiae) riparano i danni al Dna provocati dalle radiazioni cosmiche in condizioni di microgravità. Emily Gleason, una delle ricercatrici che ha realizzato il mini apparato sperimentale per la stazione orbitante, ha spiegato che l’obiettivo degli esperimenti “è capire se i meccanismi di riparazione del Dna sono differenti nello spazio e sulla Terra. Grazie a queste informazioni - ha concluso - potremo in futuro aiutare gli astronauti a proteggersi meglio”.

Cellule di lievito nello spazio profondo

Altre cellule di lievito di birra partiranno verso lo spazio profondo a bordo della mini-capsula BioSentinel nella missione Artemis 1, il cui lancio è previsto per il 2020. Anche in questo caso, il fine è quello di osservare l’ambiente radioattivo che si incontra al di fuori della bolla magnetica che protegge la Terra e di analizzarne gli effetti sul Dna. Il veicolo spaziale conterrà due diversi tipi di Saccharomyces cerevisiae, uno più resistente dell’altro alle radiazioni, e ne monitorerà la crescita e l’attività per un tempo compreso tra i 9 e i 12 mesi. Questi organismi sono stati scelti in quanto il processo di riparazione del Dna del lievito è molto simile a quello dell’uomo e quindi rappresentano un modello di studio ideale, come hanno affermato gli esperti della Nasa.

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