Nasa, cellule di lievito in partenza per lo spazio profondo: il motivo

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Nel 2020, gli organismi saranno lanciati durante la missione Artemis 1: sono il modello ideale per capire gli effetti delle radiazioni sul Dna, che si ripara in modo simile a quello dell’uomo 

Come risponderebbe l’uomo a un periodo prolungato nello spazio profondo? Per capirlo più nel dettaglio, la Nasa è pronta a lanciare in orbita nuovi organismi viventi a poco meno di 50 anni dalla missione Apollo 17, che segnò l’ultimo volo umano oltre l’orbita bassa della Terra. Questa volta, però, i protagonisti non saranno gli astronauti: Artemide 1, che dovrebbe partire a metà 2020, avrà a bordo delle cellule di lievito poste all’interno di BioSentinel, un mini satellite a forma di cubo. L’obiettivo della Nasa è quello di osservare gli effetti delle radiazioni presenti nello spazio profondo sul Dna e i meccanismi di riparazione di quest’ultimo.

Cellule di lievito nello spazio: lo scopo della Nasa

La missione Artemide 1 segnerà il debutto del nuovo programma spaziale che, entro il 2024, dovrebbe riportare l’uomo sulla Luna. Prima che questo traguardo si compia, gli scienziati vogliono comprendere in modo più approfondito l’ambiente radioattivo che si incontra al di fuori della “bolla magnetica che protegge il nostro pianeta”, come spiega space.com. BioSentinel, che sarà lanciato insieme ad altri 12 mini-satelliti utili a raggiungere obiettivi diversi, conterrà due varietà di Saccharomyces cerevisiae, il nome del lievito di birra: il primo tipo presenta una resistenza alle radiazioni maggiore rispetto al secondo, che è più sensibile e non in grado di riparare il proprio Dna con la stessa efficacia. Per un periodo che va dai 9 ai 12 mesi, BioSentinel monitorerà crescita e attività delle cellule di lievito.

Dna del lievito: somiglianze con l’uomo

Parallelamente, gli scienziati esamineranno il comportamento di altre cellule di lievito esposte a radiazioni, seppur minori, sia sulla Stazione Spaziale Internazionale che in due laboratori statunitensi, confrontando poi le differenze riscontrate. Come spiegato dalla Nasa nella presentazione di BioSentinel, gli organismi scelti rappresentano un modello di studio ideale poiché “il processo di riparazione del Dna del lievito è molto simile a quello dell’uomo” e i risultati saranno cruciali per “interpretare gli effetti dell’esposizione alle radiazioni dello spazio profondo, riducendo i rischi associati all’esplorazione umana a lungo termine”. Allo stesso tempo, il debutto del programma Artemis sarà l’occasione per la Nasa di testare per la prima volta lo Space Launch System (Sls), nuovo lanciatore dell’agenzia spaziale. A meno di 50 anni dagli ultimi passi umani lasciati sulla Luna, tutto è pronto perché i lavori necessari a raggiungere nuovamente il satellite abbiano inizio

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