In Evidenza
Altre sezioni
altro

Scoperto un pianeta ghiacciato a sei anni luce dalla Terra

Scienze
Immagine di archivio (Nasa)

Il corpo celeste ruota attorno a Barnard, la seconda stella più vicino al Sole. Individuata grazie a variazioni di luminosità, ha un temperatura media di -170 gradi 

Condividi:

Un pianeta con una massa tre volte superiore a quella del globo terrestre e completamente coperto di ghiaccio è stato individuato, per la prima volta, da un gruppo internazionale composto da studiosi degli Istituti di studi spaziali di Spagna e Catalogna e dell'Università ‘Queen Mary’ di Londra. Il corpo celeste orbita attorno alla stella Barnard e dista dalla Terra sei anni luce. Dai primi risultati pubblicati su Nature, il pianeta offre condizioni inospitali per la vita, in quanto la sua temperatura media si aggira attorno ai -170 gradi.

Scoperta grazie a variazioni di luminosità

Il mondo ibernato è stato osservato grazie a una rete di telescopi terrestri, utilizzati all’interno di un doppio programma di ricerca (Red Dots e Carmenes) il cui compito era quello di individuare pianeti rocciosi vicini al Sistema Solare. Gli studiosi, coordinati da Ignasi Ribas e da Guillem Anglada Escudé, si sono accorti della sua presenza grazie alle variazioni della luce emessa da Barnard, la seconda stella più vicina al Sole dopo Proxima Centauri. L’orbita del corpo celeste è infatti molto ravvicinata alla stella (solo 0,4 volte quella Terra-Sole) e ne provoca delle oscillazioni che aumentano e diminuiscono la sua distanza. Di riflesso, cambia anche la lunghezza d’onda della luce emessa da Barnard catturata dai telescopi terrestri.

Condizioni inospitali per la vita

Per completare un giro completo della sua orbita il globo, denominato ‘Barnard’s Star b’, impiega 233 giorni. Stando alle prime analisi effettuate dai ricercatori, sulla superficie si registrano temperature medie pari a -170 gradi centigradi, condizione incompatibile con la vita come noi la consociamo. Barnard è infatti una nana rossa molto più antica e piccola del Sole e l’energia emessa per illuminare l’esopianeta è pari al 2% di quella che la Terra riceve dalla sua stella. “Dopo un’attenta analisi, siamo sicuri al 99 per cento che il pianeta sia presente” spiega Ribas. “Tuttavia, continueremo a osservare questa stella per escludere le possibili, ma improbabili, variazioni naturali della luminosità stellare che potrebbero mimare la presenza di un pianeta” conclude.