A Losanna nasce il materiale che pulisce l’acqua e produce idrogeno
ScienzeSviluppato dagli studiosi del Politecnico svizzero, il materiale poroso sfrutta la luce solare visibile per separare le molecole d’acqua dai contaminanti e isolare l’idrogeno
Pulire l’acqua dagli agenti contaminanti e in contemporanea produrre idrogeno da utilizzare come combustibile. Due azioni che ora sono possibili grazie a un nuovo materiale dalle straordinarie proprietà messo a punto dai ricercatori del Politecnico Federale di Losanna (Epfl) e descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Advanced Functional Materials.
Separare l’acqua dagli inquinanti per produrre idrogeno
L’innovativo composto rientra in una particolare classe di materiali dall’incredibile versatilità, costituiti da metalli e da elementi organici, denominati Mof (Metal-organic frameworks). Caratterizzati da un alto grado di porosità, questi materiali possono essere impiegati in contesti molto diversi tra loro, che vanno dalla chimica alla cattura dei gas a sensori. In particolare, quello realizzato dagli studiosi dell’ateneo svizzero sfrutta un processo chiamato ‘catalisi’ che per essere messo in atto ha bisogno solamente della luce visibile emessa dal sole. Assorbendo l’energia proveniente dalla stella, il materiale dà vita a una reazione che riesce a dividere le molecole d’acqua nella loro formula base, formata da un atomo di ossigeno e da due di idrogeno. Quest’ultimo poi può essere isolato e utilizzato come combustibile per alimentare svariati mezzi, quali veicoli spaziali e satelliti. In secondo luogo, poi, il materiale è in grado di degradare i contaminanti presenti nell’acqua, come insetticidi, idrocarburi, detersivi e altri agenti chimici.
Applicazioni pratiche dell’energia solare
Con questo nuovo materiale, gli studiosi guidati da Stavroula Kampouri hanno aperto una nuova via verso un modo alternativo di sfruttare l’energia solare, che può diventare una fonte costante di idrogeno da impiegare nell’ingegneria spaziale e non solo. “Il nostro sistema è in grado di compiere una fotocatalisi efficiente con la luce visibile, che costituisce il 44% di quella emessa dal sole - commenta Kyriakos Stylianou, uno dei ricercatori che hanno preso parte al progetto -, perciò ci avvicina moltissimo ad applicazioni pratiche basate sull'energia solare e dimostra anche l'enorme potenziale che hanno i Mof in questo campo”.