Sono state individuate da quattro astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Ognuna ha delle caratteristiche particolari che la distinguono da quelle note finora
Un gruppo di astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (Cfa), in Massachusetts, ha scoperto quattro galassie nane ultra-deboli non molto distanti dalla Via Lattea, almeno in termini astronomici. Il team, guidato da Nelson Caldwell, ha utilizzato uno dei due telescopi Magellano, presenti in Cile, per ottenere le immagini dei nuovi sistemi stellari, quasi sedici volte più deboli rispetto a quelli conosciuti.
Tutte le informazioni sulle quattro galassie sono state pubblicate sulle pagine della rivista scientifica The Astrophysical Journal.
Nuovi corpi celesti
Le galassie nane ultra-deboli sono le più piccole presenti nell’universo e sono composte perlopiù da materia oscura. Inoltre, questi sistemi stellari sono meno ricchi dal punto di vista chimico rispetto a tutti gli altri. Secondo gli scienziati, sono degli obiettivi importanti per comprendere la materia oscura e il modo in cui si formano le galassie.
Le immagini scattate tramite uno dei telescopi Magellano hanno permesso agli astronomi di osservare delle stelle mai viste prima e altri corpi celesti, portandoli a una migliore comprensione dei parametri chiave delle galassie nane ultra-deboli. Purtroppo, gli scienziati non sono ancora riusciti a misurare la quantità di gas presente all’interno dei nuovi astri individuati.
Le quattro galassie nane ultra-deboli
La prima delle nuove galassie è Sagittarius II. La sua massa gassosa è pari a 1.300 volte quella del Sole. Ha delle dimensioni piuttosto ridotte anche per una galassia nana e, secondo gli esperti, potrebbe essere più sensato considerarla come il più esteso ammasso globulare di stelle rinvenuto finora, anche per merito della sua brillantezza.
Reticulum II, invece, possiede una lunghezza superiore di quasi otto volte alla sua larghezza. Si tratta, infatti, della galassia nana più allungata tra quelle note.
La terza galassia è Tucana III e da lei sembra originarsi un flusso di materiale che confluisce nella Via Lattea. Del quarto sistema stellare nano, Phoenix II, non si hanno troppe informazioni, ma è probabile che la situazione cambierà in seguito a studi più approfonditi.
Queste nuove scoperte aiuteranno gli esperti ad avere una panoramica più completa delle galassie “vicine” alla Terra.