Emicrania, il farmaco fremanezumab riduce del 50% gli attacchi mensili

Salute e Benessere

Il nuovo anticorpo monoclonale umanizzato, sviluppato dall’azienda farmaceutica Teva, è stato recentemente approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) 

L’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha approvato fremanezumab, un farmaco in grado di dimezzare gli attacchi mensili di emicrania. I risultati che dimostrano l’efficacia del nuovo anticorpo monoclonale umanizzato (anti-CGRP) sono stati presentati nel corso del 13esimo congresso della European Headache Federation, svoltosi ad Atene dal 30 maggio al primo giugno 2019. Il farmaco, sviluppato dall’azienda farmaceutica Teva, può essere somministrato una volta al mese o trimestralmente tramite iniezione sottocutanea. Per testarne l’efficacia, è stato condotto uno studio Focus, randomizzato, multicentrico e in doppio cieco, su circa 800 pazienti con emicrania cronica (più di 15 episodi mensili) o episodica (meno di 15). In passato, ognuno di loro aveva provato a trattare il mal di testa con altre classi terapeutiche di farmaci, come i betabloccanti, gli anticonvulsivanti, i calcioantagonisti e gli antidepressivi, senza alcun successo.

L’efficacia del nuovo farmaco

Tutti i pazienti che hanno preso parte allo studio sono stati trattati col nuovo farmaco per 12 settimane. I risultati ottenuti hanno evidenziato una significativa riduzione dei giorni mensili di emicrania. Da un altro studio a lungo termine, anch’esso presentato durante il 13esimo congresso della European Headache Federation, emerge che nel 60% dei pazienti trattati con fremanezumab si è verificata una riduzione del 50% degli attacchi mensili di emicrania. "Per il nuovo farmaco, già in commercio negli Stati Uniti e approvato in Europa, è stato avviato l'iter registrativo anche in Italia", spiega Roberta Bonardi, direttore Business Unit Innovative di Teva e General Manager Grecia.

La parodontite potrebbe favorire l’emicrania

I risultati di uno studio condotto da Francesco D’Aiuto, direttore dell'Unità di Parodontologia della University College di Londra - Eastman Dental Institute e membro della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, su 651 persone affette da emicrania, indicano che la parodontite potrebbe favorire le cefalee. “Nonostante i dati siano preliminari, le evidenze riscontrare dimostrano che per i pazienti con parodontite la probabilità di soffrire di emicrania è maggiore di almeno il 50%”, spiega D’Aiuto. La ricerca è stata descritta sulle pagine della rivista specializzata Odontology. 

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