Elevian vuole usare il sangue dei giovani per aumentare la longevità

Salute e Benessere
Laboratorio (Getty images)
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Utilizzando il fattore di crescita cellulare GDF11, la startup punta a creare dei farmaci utili a curare le malattie tipiche della terza età
 

Un esperimento condotto all’inizio del secolo nel campus dell’Università di Palo Alto ha dimostrato che è possibile utilizzare il sangue degli esemplari giovani di topo per rendere più forti e in salute quelli anziani. Il processo è noto come parabiosi e consiste nell’unione dei sistemi circolatori di due animali vivi.
I risultati ottenuti dai ricercatori di Stanford hanno ispirato la creazione di numerose startup intenzionate a rendere disponibili gli effetti ringiovanenti della procedura anche agli esseri umani. La società emergente più nuova tra quelle operanti in questo settore è Elevian, che di recente si è guadagnata la fiducia di alcuni importanti investitori della Silicon Valley.

Il fattore di crescita cellulare GDF11

La parte del sangue di colore giallo paglierino nota come plasma è ricca di proteine e altri composti in grado di stimolare la crescita e la riparazione delle cellule. Col passare degli anni, però, la loro efficacia si riduce. Elevian ha isolato una di queste proteine, un fattore di crescita cellulare noto come GDF11 responsabile in larga misura dell’effetto rigenerante del sangue dei giovani.
Per iniziare, la compagnia sta sviluppando alcuni farmaci basati su GDF11 per curare il morbo di Alzheimer, alcune malattie cardiache e disfunzioni dei muscoli relative all’età. I suoi fondatori sostengono che in futuro realizzeranno dei trattamenti mirati per ogni patologia tipica della terza età.
“Utilizzando GDF11 è possibile riparare i tessuti danneggiati, a prescindere da cosa li abbia lesi”, afferma il neuroscienziato Lee Rubin, uno dei fondatori di Elevian. “In questo modo sarà possibile studiare dei metodi per curare molti disordini di varia natura”.

Ostacoli e controversie

In passato, l’uso di GDF11 aveva sollevato alcune controversie. Un report stilato dai ricercatori dell’azienda farmaceutica Novartis aveva, infatti, dimostrato che alte concentrazioni della proteina nei topi anziani potrebbero causare delle disfunzioni nei muscoli. Nonostante ciò, Elevian non ha comunque intenzione di abbandonare il progetto.
Tra le numerose sfide che la società deve affrontare, una delle più complesse riguarda la conservazione di GDF11. La proteina tende, infatti, a degradarsi rapidamente. Per ovviare al problema, Elevian sta lavorando su dei farmaci che non richiedano un’iniezione giornaliera.
Alcuni esperti di invecchiamento sono scettici nei confronti della startup. “Non credo che GDF11 sarà la panacea definitiva che in molti si aspettano”, afferma Ron Kohanski dell’Istituto Nazionale sull’Invecchiamento. Aggiunge che GDF11 esiste in molte forme e non tutte sono attive. Alcune necessitano di particolari condizioni per “funzionare” e potrebbero non essere presenti in tutti i tessuti ad ogni età.
 

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