La stagione influenzare 2019/20, secondo il quadro delineato dal virologo Fabrizio Pregliascola, avrà un’incidenza minore rispetto all’anno scorso, ma avrà come protagonisti nuovi ceppi virali più aggressivi e più a rischio di complicazioni
La nuova stagione influenzale (2019/20) sarà caratterizzata da virus potenzialmente più ‘insidiosi’: la sua incidenza sarà minore rispetto all’anno scorso, ma avrà come protagonisti nuovi ceppi virali più aggressivi e più a rischio di complicazioni.
Questo è il quadro delineato dal virologo e direttore di Osservatorio Influenza, Fabrizio Pregliasco. Secondo le stime, la nuova stagione influenzale colpirà circa 6 milioni di persone.
Il primo nuovo virus di stagione, di tipo B, è stato isolato il 25 settembre da un tampone faringeo di una bambina di 6 anni ricoverata nel reparto di pediatria generale e d’urgenza a Parma.
Cosa aspettarsi dalla stagione influenzale 2019/20
La stagione influenzale 2019/20, che vedrà un’impennata di casi verso fine novembre 2019, avrà come protagonisti quattro ceppi virali: due varianti già note, comparse in precedenti stagioni, ovvero i virus B/Colorado e A/Kansas e due nuove varianti dei virus H3N2 e H1N1. I ceppi più insidiosi saranno proprio i ‘nuovi arrivati’: entrambi hanno una maggior capacità diffusa. Inoltre, H1N1 nella fascia di età pediatrica e H3N2 nei pazienti anziani possono portare allo sviluppo di forme influenzali particolarmente severe con un rischio più alto di complicanze.
Raffreddore o influenza?
Come si distingue un raffreddore dall’influenza? Per aiutare la popolazione a diagnosticare autonomamente la propria condizione di malessere, gli esperti invitano i pazienti a valutare la presenza di tre determinate caratteristiche fondamentali per saper riconoscere l’influenza stagionale dalle altre forme parainfluenzali: l’influenza si manifesta con l’insorgenza brusca di febbre alta oltre i 38 gradi, con la presenza di almeno un sintomo sistemico, quali dolori muscolari e articolari e con la presenza di un sintomo respiratorio, come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale e mal di gola.
Terapie efficaci contro l’influenza
Per trattarla, gli esperti consigliano la somministrazione di sciroppi o spray per la gola e di antipiretici solo in caso di febbre in aumento.
Nel caso di assenza di complicazioni, che talvolta si sviluppano nei pazienti più fragili, bastano 4 o 5 giorni di riposto, a letto, per guarire dall’influenza.
È assolutamente sconsigliata l’assunzione di antibiotici, ancora troppo spesso considerati come un ‘rimedio universale’ per far scendere la febbre. L’antibiotico, come ricordato dagli esperti, combatte i batteri: è quindi inefficace contro le infezioni virali.
Guida al vaccino antinfluenzale 2019/20
L’unico modo per prevenire efficacemente l’influenza è ricorrere al vaccino antinfluenzale.
“È importante prepararsi all'inverno proteggendosi con il vaccino anti-influenzale. Purtroppo ancora oggi è necessario fare informazione per educare la popolazione, soprattutto le categorie a rischio, a ricorrere alla vaccinazione”, ha spiegato Fabrizio Pregliasco.
“Vaccinarsi tra la metà di ottobre e la fine di novembre fornisce una buona protezione dal virus influenzale almeno fino ad aprile-maggio”, ha chiarito Paolo Bonanni, coordinatore scientifico del Calendario per la Vita, spiegando che è opportuno dare all’organismo il tempo necessario per poter produrre una risposta immunitaria sufficiente.
Chi può vaccinarsi?
La vaccinazione in Italia è fortemente raccomandata dai 6 mesi di età in su ed è offerta gratuitamente ai soggetti che, nel caso in cui dovessero contrarla, correrebbero un rischio maggiore di andare incontro a complicanze, ovvero gli over 65, le donne che si trovano nel secondo e terzo mese di gravidanza all’inizio della stagione influenzale, i giovani in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, i pazienti ricoverati presso le strutture per lungodegenti, i medici e il personale sanitario, le forze di polizia, gli addetti all'allevamento animale e tutti gli individui tra i 6 mesi e i 65 anni affetti da almeno una tra queste patologie, che innalzano il rischio di complicanze da influenza: malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (tra cui l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO), patologie dell’apparato cardio-circolatorio, incluse le cardiopatie congenite e acquisite, diabete mellito e di altre patologie metaboliche, insufficienza renale/surrenale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, tumori, malattie congenite o acquisite che determinino carente produzione di anticorpi, immunodepressione indotta da farmaci o da HIV, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intenstinali, patologie per le quali sono previsti importanti interventi chirurgici, patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (come le malattie neuromuscolari) e le epatopatie croniche. In Italia, per la stagione influenzale 2019/20, l’obiettivo ideale degli esperti è quello di riuscire a vaccinare il 95% delle categorie qui sopra elencate. L’obiettivo minimo è arrivare al 75%.