Infezione da Escherichia Coli: i sintomi da non sottovalutare e possibile cura

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Alcuni ceppi del batterio possono provocare delle infezioni associate a disturbi di diversa gravità, tra cui crampi addominali, vomito e diarrea con sangue. È possibile prevenirle evitando il consumo di alimenti crudi o poco cotti

Escherichia coli è un batterio gram-negativo presente nel microbiota dell’uomo (comunemente noto come flora batterica) e di altri animali a sangue caldo. Si tratta della specie più nota del genere Escherichia. La sua presenza nell’organismo è fondamentale per garantire una digestione corretta del cibo e permette di contrastare la colonizzazione intestinale da parte dei patogeni. La maggior parte dei ceppi di Escherichia coli è, infatti, innocua e non arreca danni al corpo umano. Tuttavia ne esistono alcuni che possono provocare delle infezioni associate a disturbi di diversa gravità, tra cui crampi addominali, vomito e diarrea con sangue.

L’infezione da Escherichia coli

L’infezione da Escherichia coli può essere causata dall’ingestione di acqua o cibi contaminati. Alimenti come la frutta e la verdura, spesso consumati crudi, rappresentano una delle principali fonti di rischio, ma è necessario prestare particolare attenzione anche alla carne cruda e al latte non pastorizzato. L’infezione provocata da alcuni ceppi del batterio può essere pericolosa, soprattutto per i bambini e per gli anziani, nei quali può determinare lo sviluppo di una grave forma di insufficienza renale (la sindrome emolitica uremica). Per non correre rischi, è consigliabile cuocere i cibi prima di consumarli, in modo da neutralizzare E.coli (particolarmente sensibile al calore).

Le cause dell’infezione

Come già accennato, spesso è l’ingestione di alimenti contaminati a causare l’infezione da Escherichia Coli. Il rischio aumenta se si consumano frutta e verdura crude, carne non cotta e latte non pastorizzato. Altri cibi a rischio sono gli hamburger, i salami e i succhi di frutta non pastorizzati. Inoltre, l’infezione può provenire anche dal contatto con altre persone, soprattutto quando i soggetti infetti non si lavano adeguatamente le mani. Infine, anche nuotare in acque contaminate rappresenta una fonte di rischio, in quanto può verificarsi l’accidentale ingestione del liquido.

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I sintomi

I primi sintomi si manifestano solitamente nelle 12-60 ore successive al contagio, anche se possono verificarsi dei periodi di incubazione lunghi 3-5 giorni. Inizialmente l’infezione è caratterizzata da una leggera diarrea non emorragica, talvolta accompagnata da dolori addominali e febbre. L’intensità della diarrea incrementa nelle successive 24-48 ore e resta costante per 4-10 giorni. In questa fase il disturbo è spesso accompagnato da perdite di sangue, forti dolori addominali e una lieve disidratazione. Solitamente la febbre è assente.

La prevenzione

In assenza di farmaci in grado di proteggere dall’infezione da Escherichia Coli, è necessario adottare degli specifici comportamenti per evitare il contagio. È fondamentale, in primo luogo, evitare il consumo dei cibi a rischio, come la carne cruda o poco cotta, il latte non pastorizzato e i succhi di frutta non pastorizzati. Prima di ingerire qualsiasi alimento crudo è opportuno lavarlo con la massima accuratezza. Anche utilizzare dei contenitori separati per ogni cibo rappresenta un utile accorgimento. Dopo aver cucinato della carne, è necessario lavare con acqua calda e sapone tutti gli utensili da cucina utilizzati nel corso della preparazione. Anche l’igiene delle mani è importantissima: è fondamentale lavarle prima di cucinare, dopo aver cambiato dei pannolini e in seguito al contatto con ogni animale.

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La diarrea del viaggiatore

Escherichia coli può causare anche la cosiddetta ‘diarrea del viaggiatore’: si tratta di una sindrome che può colpire i viaggiatori che trascorrono del tempo in Paesi caratterizzati da condizioni sanitarie precarie. L’ingestione di acqua o alimenti contaminati può provocare una diarrea di intensità variabile, talvolta associata anche a vomito, febbre e crampi addominali. Di solito questi sintomi regrediscono nell’arco di due o tre giorni, ma nei casi più gravi il disturbo può protrarsi per più di una settimana. Anche in questo caso le principali fonti dell’infezioni sono i cibi crudi o poco cotti. È possibile prevenire la sindrome consumando solamente alimenti ben cotti per tutta la durata del soggiorno nel Paese tropicale. Per quanto riguarda l’acqua, è consigliabile bere solo quella contenuta in bottiglie confezionate (da utilizzare anche per lavarsi i denti).

Le altre infezioni delle vie urinarie

Oltre alle infezioni finora menzionate, alcuni ceppi di Escherichia coli possono provocarne altre che colpiscono la vescica e le vie urinarie. Possono essere curate con degli antibiotici, anche se alcune forme del batterio hanno sviluppato una resistenza al trattamento. Nei casi più gravi l’infezione puà essere contrastata tramite l’impiego di antibiotici ad ampio spettro, particolarmente efficaci contro diversi tipi di batteri. 

epa02749483 Medical technical assistant Brigitte Weiss holds a Petri dish that contains Escherichia coli (EHEC) bacteria strains at the university hospital in Hamburg,?Germany, 24 May 2011. Germany reported its first death 24 May from a virulent super-bacterium that has spread through the north of the country in just a week, possibly via fresh produce sold in supermarkets.  EPA/Christian Charisius

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