
L’abbassamento delle temperature non è la causa direttamente responsabile della diffusione del virus. A favorire la trasmissione di patologie respiratorie, non solo Covid-19, è una serie di condizioni che più facilmente si verificano nei mesi più rigidi

Dopo un rallentamento nei mesi estivi, i contagi da coronavirus, secondo quanto accertato dai bollettini quotidiani del ministero della Salute, hanno avuto un aumento con l’avvicinarsi alle stagioni più rigide. Ma c’è davvero una correlazione tra freddo e diffusione del virus?
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In realtà come spiegano gli esperti il “colpo di freddo” non esiste, è un falso mito quello che stare esposti a temperature rigide generi direttamente malanni. Ma è invece vero che all’abbassarsi della colonnina di mercurio si determinano delle condizioni che favoriscono il contagio
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Quali sono allora le ragioni per cui con il freddo ci si ammala di più, non solo di Covid-19, ma anche di influenza e di altre patologie respiratorie? A spiegarlo in un post sui social è stata la pediatra del poliambulatorio di Fiano Romano Valentina Paolucci
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Il rischio principale è dovuto al fatto che nelle stagioni più fredde si tende a stare più spesso in locali chiusi, poco areati e soprattutto affollati
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Con queste condizioni i virus si diffondono più facilmente, veicolati tramite goccioline e aerosol
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“Quando c’è uno sbalzo termico avviene una vasocostrizione, quindi meno afflusso di sangue ed ossigeno ai tessuti, il che crea un ambiente più facilmente aggredibile dai microorganismi”, scrive la pediatra Paolucci in un post su Facebook

“Aprite le finestre e non temete l’aria che sanifica e non ammala”, è infine l’ultimo consiglio della pediatra