È una delle forme allergiche più diffuse, molto comune tra i bambini, scatenata da una reazione anomala del sistema immunitario alla presenza nell’aria dei pollini delle piante graminacee nel periodo della fioritura tra marzo e settembre
L’allergia alle graminacee è una delle forme allergiche più diffuse, molto comune tra i bambini. Avendo sintomi spesso molti simili a quelli di un comune raffreddore, come starnuti, lacrimazione e prurito a naso e occhi, talvolta inizialmente è difficile da individuare. Ma cos’è l’allergia alle graminacee e quali sono i suoi sintomi?
Cos’è l’allergia alle graminacee?
Come spiegato in un approfondimento pubblicato sul portale di Humanitas, rinomato polo medico alle porte di Milano, l’allergia alle graminacee è una reazione anomala del sistema immunitario scatenata dalla presenza nell’aria dei pollini delle piante graminacee nel periodo della fioritura tra marzo e settembre. In particolare, ad essere responsabili della reazione anomala sono le proteine che rivestono i pollini e che, a contatto con le vie aeree, ovvero naso e bocca, inducono il sistema immunitario a produrre anticorpi (le immunoglobuline) e alcune cellule immunitarie (i mastociti) a liberare istamina, favorendo l’infiammazione e i sintomi dell’allergia. Le specie responsabili di questa forma allergica sono molte. Gli esperti parlano di circa 9mila specie diverse, tra cui alcune erbe ed erbacce che crescono spontaneamente. Le più comuni sono frumento, orzo, avena, segale, mais e riso.
La sintomatologia
Come detto, i sintomi dell’allergia alle graminacee sono simili a quelli di una comune rinite. La sintomatologia tipica comprende infatti lacrimazione, starnuti, prurito al naso e agli occhi, naso che cola, congestione delle mucose nasali, difficoltà a respirare e eruzioni cutanee. Chi ne soffre, talvolta, segnala anche sintomi intestinali, come diarrea, disturbi del sonno, un senso di oppressione sul torace, complicazione dell’asma, e nei casi più gravi c'è il rischio di shock anafilattico, una complicazione rara che può provocare un collasso cardiocircolatorio e va trattata tempestivamente.
Prevenzione
L’allergia alle graminacee si può prevenire evitando il contatto con gli allergeni, ovvero i pollini delle graminacee, responsabili della reazione allergica. Gli esperti consigliano, inoltre, di adottare alcune precauzioni utili per ridurre il tasso di allergeni a cui si è esposti, come una frequente pulizia degli ambienti domestici e di lavoro, specie dopo aver aperto le finestre, con particolare cura a poltrone, divani, tappeti, cuscini, letti e biancheria. È inoltre consigliato mantenere un’umidità ottimale nell’ambiente, evitando l’aria troppo secca o troppo umida, e coprire bocca e naso quando si è all’aperto, nei periodi e nei luoghi in cui possono essere presenti graminacee. È opportuno anche evitare il fumo, osservare un'alimentazione equilibrata ed evitare il sovrappeso. Infine, sebbene l'allergia agli alimenti è meno frequente, gli esperti dell’Humanitas consigliano di evitare il consumo di cibi di cui è noto il potere sensibilizzante.
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I cibi da evitare
Tra i cibi da evitare, l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione di Medicina personalizzata (Fmp), segnala grano, kiwi, pomodoro e melone. Per i soggetti allergici, ha riferito all'AdnKronos, “è fondamentale anche ridurre l'assunzione di cibi che contengono istamina, come nel caso dei formaggi stagionati o di vegetali come pomodori e spinaci, e cibi che rilasciano tale sostanza, come avviene per cioccolata e fragole". Infine, "non bisogna trascurare le reazioni allergiche crociate, le quali si manifestano esclusivamente in quei soggetti che presentino una sensibilizzazione verso allergeni omologhi contenuti tanto nei pollini quanto negli alimenti. Questa è la ragione per cui gli allergici ai pollini delle graminacee possono manifestare i sintomi di allergia con l'assunzione di alimenti come grano, kiwi, pomodoro, melone”.
Diagnosi e trattamento
L’allergia alle graminacee viene diagnosticata con due esami: il prick test e il rast test. Il primo viene svolto contestualmente alla visita allergologica e prevede la posa sulla pelle di gocce di estratti con gli allergeni da testare, che provocano arrossamenti o gonfiori locali quando vi è un sospetto di allergia. Il Rast Test, invece, è un test sierologico per la ricerca di immunogammaglobuline IgE responsabili della reazione allergica. Quanto alla cura, il primo trattamento consiste nell’evitare, quando possibile, l’allergene responsabile della reazione allergica. Per ridurre i sintomi, può essere prescritto l’uso di farmaci broncodilatatori e corticosteroidi (nebulizzati attraverso erogatori spray oppure assunti per via orale sotto forma di compresse) o di antistaminici che bloccano la produzione di istamina e alleviano la maggior parte dei sintomi, oltre a decongestionanti spray e sodio cromoglicato e antileucotrienici, una classe di farmaci per uso orale che può contribuire ad alleviare rapidamente i sintomi della rinite. Utile può essere anche una terapia desensibilizzante o immunoterapia specifica con estratti allergenici. Si tratta di un trattamento di lunga durata (da 3 a 5 anni) che consente di allenare gradualmente la risposta immunitaria tipica della reazione allergica, riducendo numero e intensità degli episodi acuti.
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