Spreco alimentare, agli Italiani costa 15 miliardi di euro ogni anno
Salute e BenessereLo riferiscono i dati della Fao diffusi in occasione della Giornata mondiale contro lo spreco alimentare, secondo i quali l’80% dei cibi ancora commestibili viene gettato tra le mura domestiche
Ogni anno, lo spreco di cibo costa alle tasche degli Italiani oltre 15 miliardi di euro, pari allo 0,88% del Pil. Lo rivela il rapporto annuale della Fao, diffuso in occasione della Giornata mondiale contro lo spreco alimentare, secondo cui gli alimenti ancora commestibili che vengono buttati più frequentemente nella spazzatura sono pane, frutta e verdura fresche, bevande analcoliche, legumi e pasta. L’indagine rivela inoltre che l’80% dello spreco avviene tra le mura domestiche, mentre nelle fasi di produzione e distribuzione la percentuale di cibo che viene gettato è del 21,1%, pari a 3 miliardi di euro.
Il rapporto Waste Watcher
Oltre ai dati Fao, a fotografare nel dettaglio la situazione dello spreco alimentare in Italia c’è anche il rapporto per il 2019 dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher, il quale mostra che, in media, il 20% degli Italiani spreca del cibo a sua insaputa, con la convinzione che gli sprechi maggiori avvengano nel commercio (47% degli intervistati) e nel settore pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (27%). Tuttavia, la campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione dello spreco casalingo attiva da qualche anno sta dando i suoi frutti: oggi solo l’1% della popolazione italiana dichiara di gettare quotidianamente cibo nelle immondizie, mentre nel 2014 la percentuale era addirittura del 50%.
Italiani attenti allo spreco
Stando ai dati dell’indagine Waste Watcher, in ogni casa italiana si gettano 2,4 chilogrammi di cibo ogni mese, circa 600 grammi a settimana, per un valore corrispettivo di 28 euro. Tuttavia, le famiglie italiane sono molto sensibili su questo tema: il 65%, infatti, provvede a controllare la dispensa prima di uscire per fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilità e il 54% cerca di prevenire cucinando solamente la quantità necessaria. Inoltre, il 52% controlla che il cibo sia effettivamente deperito prima di decidere di buttarlo nella spazzatura, mentre il 44% effettua il test dell’assaggio. Infine, il 48% del campione intervistato utilizza gli avanzi in ricette di recupero, mentre il 34% richiede una doggy bag al ristorante e solo il 22%, quindi circa un italiano su 5, dona i suoi cibi ai vicini quando è consapevole che non riuscirà a consumarli.