Glioblastoma, cos'è il tumore al cervello che ha colpito Sophie Kinsella: sintomi e cure

Salute e Benessere
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Introduzione

Il glioblastoma che ha colpito la scrittrice inglese Sophie Kinsella è una forma molto aggressiva e rara di tumore che colpisce il Sistema nervoso centrale (Snc). Di solito colpisce il cervello, ma può anche apparire nel tronco cerebrale, nel cervelletto e nel midollo spinale. 

Quello che devi sapere

Come nasce e chi colpisce

Come sottolinea l'Istituto Superiore di Sanità, il glioblastoma, scientificamente conosciuto come "glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV", rappresenta circa il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello. Nasce a partire da un gruppo di cellule, chiamato "glia", che svolge una funzione di sostegno per le cellule nervose, ovvero i neuroni. Insorge con più frequenza tra i 45 e i 75 anni, ma può presentarsi anche prima.  L'incidenza è stimata intorno a "3-4 casi su 100 mila abitanti per anno con un tasso leggermente superiore negli uomini rispetto alle donne (1.6:1) e nelle persone di origine caucasica".

 

I sintomi

Gli esperti dell'Iss sottolineano ancora che il glioblastoma è un tipo di tumore del cervello "altamente maligno". Si può manifestare attraverso "mal di testa di crescente intensità, nausea, vomito e attacchi epilettici". Si tratta di disturbi causati dalla massa tumorale che, espandendosi all'interno del cranio, scatena un aumento della pressione e la dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali. Tra i disturbi si possono annoverare anche quelli legati alla personalità o allo stato di coscienza. 

Cervello
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Le cure

Le terapie previste per il trattamento del glioblastoma conteplano diverse possibilità. Tra queste c'è l'intervento chirurgico con il neurochirurgo che interviene per rimuovere il tumore, operando in modo da eliminare tutte le parti di tessuto colpite e riducendo così la pressione che il tumore esercita all'interno del cranio. Ma dopo l'intervento "occorre sottoporsi a trattamenti mirati contro le cellule tumorali residue. Inoltre, con la neurochirurgia si possono prelevare frammenti di tessuto malato per effettuare un'analisi istologica del tumore al fine di impostare la terapia più adeguata". Si può percorrere la strada della radioterapia, tecnica che impiega radiazioni ad alta energia, come i raggi X, o fasci di protoni, per neutralizzare le cellule cancerose o la chemioterapia che consiste nella somministrazione di farmaci mirati ad annientare le cellule tumorali. Si può passare anche attraverso la terapia con i campi elettrici, una tecnica mirata ad inibire la capacità di moltiplicarsi propria delle cellule tumorali o, ancora, la terapia farmacologica mirata che utilizza  farmaci che agiscono su specifiche anomalie delle cellule tumorali responsabili del loro accrescimento e della loro proliferazione. 

I casi in Italia

In Italia si stimano circa 1.500 nuovi casi ogni anno, come sottolinea il report "I numeri del cancro 2024". La celebre autrice di "I love shopping" aveva annunciato la sua malattia sui social proprio l'anno scorso. Stessa sorte, era purtroppo capitata a Nadia Toffa. Alla popolare conduttrice de "Le Iene" era stato diagnosticato il glioblastoma nel 2017 dopo un malore durante un servizio. Toffa era morto due anni dopo, a soli 40 anni. 

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Non esiste diagnosi precoce

"Il glioblastoma - hanno riferito gli esperti dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - colpisce più gli uomini (54%) che le donne, in particolare tra i 50 e i 65 anni, ma non risparmia i giovani (7% dei casi). L’età di insorgenza media del glioblastoma è intorno ai 65 anni con una incidenza a questa età di circa 10-12 casi per 100 mila abitanti all’anno". La sopravvivenza mediana, è stato spiegato, "è di circa 15 mesi con un tasso di sopravvivenza di circa il 5% a 5 anni dalla diagnosi dopo trattamento con radioterapia e chemioterapia con temozolomide". Trattandosi di un tumore raro, inoltre, "non esiste diagnosi precoce, impossibile dunque prevederne l'insorgenza e rappresenta la terza causa di morte per cancro tra i maschi".

I fattori di rischio e la risonanza magnetica

I fattori di rischio del glioblastoma, dicono i medici, includono l'età avanzata, l'esposizione a radiazioni ionizzanti, la presenza di determinate mutazioni geniche, ma anche la storia familiare di tumori cerebrali. Tuttavia, la maggior parte dei casi si verificano in assenza di fattori di rischio noti. Come sorge il sospetto di una lesione gliale di alto grado? Di solito con la risonanza magnetica. La diagnosi è istologica e richiede un prelievo del tumore mediante un intervento neurochirurgico.

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Consultare il proprio medico

"Il glioblastoma" di cui soffriva la scrittrice britannica Sophie Kinsella, morta a 55 anni, "è un raro tumore al cervello per il quale ancora oggi è impossibile fare una diagnosi precoce perché non esiste un solo sintomo esclusivo riconducibile alla malattia. Anzi, la sintomatologia è aspecifica: un mal di testa forte, un cambiamento comportamentale, crisi epilettiche, disturbi del linguaggio, problemi motori, deficit di forza. Per questi motivi l'unica cosa da fare, in presenza di disturbi neurologici persistenti, è consultare il proprio medico curante o un neurologo per esami più approfonditi". Lo ha detto all'AdnKronos Enrico Franceschi, direttore dell'Oncologia del sistema nervoso all'Irccs Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna e coordinatore delle linee guida per i tumori cerebrali dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). 

L'aspettativa di vita

Dopo l'accertamento della neoplasia "bisogna vedere per prima cosa se il glioblastoma è tecnicamente operabile, quindi dopo l'intervento passare al secondo step: ovvero il percorso di radioterapia e chemioterapia". Ad oggi, ha concluso l'esperto, "questo tumore si può trattare, però purtroppo ancora solo il 5% dei pazienti ha un'aspettativa di vita di almeno 5 anni dal momento della diagnosi". 

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