Emicrania cronica, un nuovo farmaco può dimezzare gli attacchi

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I nuovi farmaci preventivi per l’emicrania cronica mostrano risultati significativi, con fremanezumab che in molti pazienti può arrivare a dimezzare gli episodi. I dati italiani dello studio Pearl suggeriscono una riduzione della disabilità nel 75% dei partecipanti e, nei casi cronici, una diminuzione degli episodi che in diversi pazienti scendono al di sotto dei sette giorni al mese

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Nuovi passi in avanti nella lotta contro l’emicrania cronica, una forma di mal di testa che può manifestarsi più di 15 giorni al mese e si presenta spesso con dolore intenso, accompagnato da nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai rumori. Sintomi che compromettono la vita lavorativa, le relazioni e le attività quotidiane di chi ne soffre. I nuovi farmaci preventivi stanno però cambiando il quadro clinico, con una marcata diminuzione degli episodi di emicrania. In particolare, l'anticorpo monoclonale anti-Cgrp fremanezumab può arrivare a dimezzare i giorni mensili di emicrania, con benefici importanti anche sulla qualità di vita. Sono alcuni dei dati presentati all'European Headache Congress, che si chiude oggi a Lisbona.

I dati italiani su fremanezumab

 

Lo studio internazionale Pearl, condotto su 354 pazienti italiani affetti da emicrania cronica o emicrania episodica ad alta frequenza, ha mostrato che circa la metà di chi assume il farmaco vede dimezzare i giorni mensili di mal di testa, con un netto miglioramento della qualità di vita. Nello specifico, dopo un anno di trattamento, il 75% dei partecipanti ha registrato una riduzione di almeno il 50% del grado di disabilità legato alla patologia. Tra i pazienti con emicrania cronica, oltre la metà ha visto diminuire gli episodi a meno di sette giorni al mese. L'emicrania "influenza vari aspetti della vita, inclusa la capacità di lavorare, socializzare e svolgere le attività quotidiane", ha spiegato Cristina Tassorelli, professoressa di Neurologia all'Università di Pavia. "Questi risultati sottolineano i benefici significativi che fremanezumab può apportare alla vita di pazienti che soffrono di emicranie altamente invalidanti”.

 

Benefici anche sul benessere mentale 

 

Studi precedenti avevano inoltre rilevato benefici anche sul benessere mentale. Spesso l'emicrania si accompagna, infatti, ad ansia e depressione. "In alcuni studi viene riportata una prevalenza del 23-25%", ha riferito Gabriella Egeo, neurologa all'Irccs San Raffaele di Roma, sottolineando che è importante che il paziente con emicrania "venga preso in carico globalmente considerando entrambe le patologie nel loro complesso e mai separatamente". Mariarosaria Valente, direttrice della Clinica Neurologica dell’Università di Udine, invita infine a non trascurare lo stile di vita: “Davanti a queste terapie così efficaci non bisogna mai dimenticarsi di seguire uno stile di vita il più possibile salutare, con una corretta alimentazione, un buon sonno, un'attività fisica costante”. 

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