Emicrania e cefalea tra disturbi più invalidanti: cosa sapere e i consigli dei medici
Salute e BenessereIntroduzione
Le cefalee sono dolori alla testa, con natura e intensità variabili. Vengono classificate in due categorie principali, ovvero cefalee primarie, che non dipendono da altre patologie, e cefalee secondarie, sintomo invece di un'altra condizione medica. Le prime includono l'emicrania, la cefalea di tipo tensivo e la cefalea a grappolo e sono alcune tra le patologie più invalidanti in assoluto. Tanto che il mal di testa riguarda un individuo su tre nel mondo. Ne sono stati colpiti quasi 3 miliardi di persone nel 2023 secondo un rapporto pubblicato su "The Lancet Neurology", condotto da epidemiologi dell'Università di Washington insieme alla Norwegian University of Science and Technology.
Quello che devi sapere
La sesta causa di disabilità a livello globale
Secondo gli esperti, il disturbo rappresenta la sesta causa più importante di disabilità a livello globale. L'analisi in questione, tra l'altro, ha stimato la perdita di salute legata all'emicrania, alla cefalea tensiva e alla cefalea da abuso di farmaci misurata in anni vissuti con disabilità, che rappresentano il tempo totale trascorso dalle persone convivendo con condizioni di salute che limitano le attività quotidiane e il benessere generale: 541,9 anni ogni 100.000 persone.
Le differenze donne - uomini
L'incidenza di disturbi simili, riportano ancora i ricercatori, è più del doppio tra le donne rispetto agli uomini. In tutte le fasce d'età, infatti, le donne trascorrono costantemente più tempo con i sintomi del mal di testa rispetto agli uomini. "La nostra analisi mostra che i disturbi cefalalgici sono rimasti invariati negli ultimi tre decenni", ha commentato Yvonne Xu, una delle autrici dello studio. "E le donne sperimentano livelli significativamente più elevati di disabilità correlata al mal di testa". Tra l'altro, è emerso, l'emicrania e l'abuso di farmaci sono tra i responsabili della maggior parte delle cefalee a livello mondiale.
L'abuso di farmaci
La cefalea da abuso di farmaci amplifica ulteriormente i dati relativi a questa situazione Sebbene questa condizione colpisca relativamente poche persone, il suo impatto sulla disabilità a livello di popolazione è significativa a causa dell'elevata incidenza a livello individuale. Nel complesso, dicono gli esperti, l'abuso di farmaci è stato responsabile di oltre un quinto di tutta la disabilità correlata alla cefalea a livello globale.
Cefalea tensiva ed emicrania: dati e differenze
La cefalea tensiva, ovvero la forma più comune, quella che prevede un dolore costrittivo e opprimente che interessa tutta la testa, spesso legato a stress, ansia o tensione muscolare è quasi il doppio più diffusa dell'emicrania, spiega ancora la ricerca. Ma quest'ultima rappresenta circa il 90% delle cefalee giovanili, ad esempio. Nel 2023, ha segnalato ancora la ricerca, l'emicrania da sola ha causato circa 40,9 milioni di anni vissuti in cattiva salute a livello globale, con un tasso di 487,5 anni ogni 100.000 abitanti. La cefalea tensiva, invece, ha causato 54,4 anni in cattiva salute ogni 100.000 abitanti, dimostrando che l'emicrania, sebbene meno comune, sia molto più invalidante.
La cefalea a grappolo: cosa comporta
Una forma di mal di testa molto intensa è anche la cefalea a grappolo che si può manifestare con più attacchi ripetuti, riuniti proprio “a grappolo" e che possono durare a lungo nel tempo, in maniera ininterrotta o con delle pause. Quando, ad esempio, si verifica, un periodo di remissione pari a circa un mese gli esperti parlano di "cefalea a grappolo episodica", mentre se è inferiore a tale periodo si parla di "cefalea a grappolo cronica". Può causare un dolore intenso e colpisce più frequentemente gli uomini rispetto alle donne, con i primi sintomi segnalati tra i 20 e i 40 anni in genere. Alcuni studi, tra l'altro, sostengono che la cefalea a grappolo sia ereditaria.
L'emicrania: sintomi e cosa sapere
L’emicrania, come detto, rientra nelle cefalee primarie, cioè non causate da altre malattie, di cui fanno parte anche la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo, ed è caratterizzata da forti attacchi di mal di testa, in genere pulsante e di intensità medio-forte, talvolta accompagnati da nausea, vomito, vertigini, aumentata sensibilità alla luce (fotofobia), ma anche ai suoni (iperacusia) e al tatto (ipersensibilità). Lo spiegano gli esperti del gruppo Humanitas. L’attacco o crisi di emicrania può durare da qualche ora fino a qualche giorno, ripetendosi anche ciclicamente e diventando invalidante. Molti ritenengono l’emicrania un “semplice attacco di mal di testa” ma rivolgersi ad un medico può voler dire ricevere le cure adeguate al problema.
Quando chiedere consiglio al proprio medico
Secondo il dottor Giuseppe Morriello, esperto di Humanitas, quando si hanno più di 8 attacchi di mal di testa al mese sarebbe necessario chiedere l'intervento del proprio medico di base, così da iniziare a porre rimedio alla situazione. Se poi il mal di testa è correlato a sintomi quali rigidità della nuca, febbre, nausea o vomito al mattino, è davvero opportuno rivolgersi ad uno specialista per intervenire. Il pronto soccorso? Solamente con "cefalee di forte intensità che insorgono spontaneamente, e mal di testa che compaiono in associazione a sintomi neurologici come perdita della vista, riduzione della forza, della sensibilità e dell’equilibrio, e confusione mentale".
Come curare l'emicrania
Una emicrania di bassa intensità si può curare con farmaci denominati triptani. Agiscono mimando la serotonina per restringere i vasi sanguigni nel cervello e bloccare il rilascio di sostanze che causano dolore e altri sintomi associati, come nausea, vomito e sensibilità a luce e rumore. Esempi di triptani includono sumatriptan, eletriptan e rizatriptan. Utila anche il paracetamolo in associazione a farmaci antiemetici in caso di nausea e vomito. Per le emicranie ricorrenti, si può prendere in considerazione una terapia specifica, indicata dal medico, basata su con un anticorpo monoclonale (erenumab). In altri casi possono anche essere presi in considerazione metodi più naturali, come l'elettrostimolazione periferica, e trattamenti di ossigeno-ozonoterapia sistemica e infiltrativa.