Influenza K in Italia: sintomi, diffusione e cosa aspettarsi dal vaccino

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Mentre entra nel vivo la stagione influenzale anche in Italia, l’attenzione degli epidemiologi è rivolta al ceppo A/H3N2 e, in particolare, a una sua variante chiamata K. Si tratta di un virus già circolante che in alcuni Paesi ha mostrato una diffusione più ampia del previsto. Sebbene sia stato definito un “super ceppo” per il numero elevato di contagi registrati, non è un nuovo virus: è una semplice mutazione, come quelle che avvengono ogni anno nei virus influenzali.
A renderlo più rilevante è il fatto che, dopo anni in cui a prevalere è stato il virus A/H1N1, la popolazione ha oggi una protezione più bassa nei confronti di A/H3N2, circolato poco nelle stagioni precedenti. Questo può tradursi in una maggiore suscettibilità all’infezione e in una possibile riduzione della protezione offerta dal vaccino, pur rimanendo efficace nel prevenire le forme più gravi. Ecco perché la variante K viene monitorata con attenzione. 

Quello che devi sapere

In Australia il nuovo ceppo ha allungato la stagione

Nell’emisfero sud, e in particolare in Australia, la stagione influenzale si è protratta per almeno un mese in più rispetto al solito, sotto la spinta della variante K. A indicarlo è un'analisi pubblicata su Eurosurveillance, rivista dell'European Centre for Disease Prevention and Control. Oltre a un aumento dei casi, gli esperti hanno rilevato un cambiamento del profilo degli ammalati, con l'età media che si è abbassata di circa 5 anni. Non sono invece emersi segnali di maggiore gravità dell’infezione, né riduzioni nell’efficacia dei farmaci antivirali.
"Data la velocità e le dimensioni dei focolai di virus K in Australia e Nuova Zelanda e la rapida diffusione globale, è probabile che si espanderanno ulteriormente durante la stagione invernale nell'emisfero Nord", ha riferito il team di ricerca che invita i Paesi a "essere preparati per il possibile aumento di pressione sui loro sistemi sanitari”. 

Il quadro nel Regno Unito: un aumento anticipato dei ricoveri

Nel Regno Unito la circolazione del ceppo K sta alimentando un aumento dei contagi e dei ricoveri. Secondo i dati del servizio sanitario inglese, i ricoveri per influenza hanno raggiunto livelli insolitamente alti per questo periodo dell’anno, più che raddoppiando nell’arco di una settimana. Come riportato dall’Independent, nella scorsa settimana una media di 2.660 pazienti al giorno è stata ricoverata per influenza, contro i 1.717 dei sette giorni precedenti.

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L’identikit del ceppo K secondo l’Oms

A contribuire a questo incremento dei casi, come detto, è la diffusione della sottoclade K del virus A/H3N2, che l’Organizzazione mondiale della sanità descrive in “rapido aumento” dall’agosto 2025. "Questi virus del sottoclade K presentano diverse differenze rispetto ai virus correlati A H3N2", ha spiegato l'agenzia Onu per la salute in un approfondimento in cui traccia l'identikit della “super influenza”.  In generale, l'Oms ha osservato "negli ultimi mesi un aumento dell'attività influenzale stagionale a livello globale, con una crescita della percentuale di virus influenzali stagionali A H3N2 rilevati. Questo aumento coincide con l'inizio dell'inverno nell'emisfero settentrionale e con un aumento delle infezioni respiratorie acute causate dall'influenza e da altri virus respiratori tipicamente osservati in questo periodo dell'anno". Ma sebbene l'attività globale dei patogeni rimanga "entro i limiti stagionali previsti, in alcune regioni sono stati osservati aumenti precoci e un'attività superiore alla norma", precisa l'Oms. 

Sintomi e severità: nessuna indicazione di forme più gravi

L’Oms ha chiarito che "gli attuali dati epidemiologici non indicano un aumento della gravità della malattia, sebbene il sottoclade K segni una notevole evoluzione nei virus influenzali A H3N2". Tuttavia, i virus H3N2 sono generalmente associati a una sintomatologia più intensa rispetto ai ceppi H1N1. Tra i sintomi più comuni, gli esperti segnalano febbre alta, stanchezza, forti dolori muscolari, mal di gola, brividi, naso che cola o congestionato, e anche vomito e diarrea, soprattutto nei più piccoli. Se non trattata adeguatamente, l’infezione da sottoclade K può causare complicazioni, come infezioni dell'orecchio e dei seni paranasali, bronchite e polmonite. Le persone più esposte ai rischi di complicanze legate al nuovo ceppo sono gli adulti oltre i 65 anni, i bambini sotto i 5 anni, le donne in gravidanza e chi soffre di patologie croniche preesistenti, come diabete o malattie cardiache e polmonari.

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La protezione vaccinale

Come riferito dall’Oms, le prime stime internazionali suggeriscono che il vaccino antinfluenzale “continui a fornire protezione contro il ricovero ospedaliero sia nei bambini che negli adulti, sebbene la sua efficacia contro la malattia clinica durante la stagione in corso rimanga incerta". I vaccini, ha rimarcato l'Oms, "rimangono essenziali, soprattutto per le persone ad alto rischio di complicanze influenzali e per chi si prende cura di loro. Anche se esistono alcune differenze genetiche tra i virus influenzali circolanti e i ceppi inclusi nei prodotti scudo, il vaccino antinfluenzale stagionale può comunque fornire protezione contro i virus derivati e gli altri ceppi virali inclusi nel vaccino". Si prevede, "che la vaccinazione protegga ancora dalle malattie gravi e rimanga una delle misure di salute pubblica più efficaci".

Perché può ridursi la protezione vaccinale

Il vaccino antinfluenzale è progettato per proteggere sia dal virus A/H1N1, sia da quello A/H3N2, sia da quello di tipo B. Tuttavia, come ha sottolineato Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele, “l’emergere del nuovo ceppo K di H3N2 ne potrebbe ridurre l'efficacia”. “È probabile che abbia meno capacità di evitare la malattia, ma che funzioni comunque bene in termini di protezione dalle forme più severe", ha precisato l'infettivologo, ricordando che la sua efficacia contro gli altri virus circolanti non è compromessa.

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Popolazione più suscettibile e possibile impatto sui contagi

Rezza ha inoltre sottolineato che, poiché A/H3N2 ha circolato poco nelle stagioni precedenti, una parte importante della popolazione può avere oggi una protezione più bassa. "Fare previsioni è impossibile. Dobbiamo però mettere in conto che, dal momento che H3N2 negli anni scorsi è circolato poco, una larga parte della popolazione - soprattutto i bambini - è suscettibile all'infezione. Questo potrebbe far crescere i contagi e far aumentare la pressione sugli ospedali, che è fondamentale evitare”, ha riferito l’esperto, invitando però a non creare allarmismi: “Quella che stiamo vedendo finora è una stagione influenzale normale. Naturalmente, ciò non vuol dire che rimarrà così. Il nuovo ceppo non è un nuovo virus: è una normale mutazione come quelle che avvengono ogni anno nei virus influenzali stagionali e non significa che il virus sia più aggressivo o abbia sintomi diversi”. 

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