Giornata delle persone con disabilità, la strada verso l'inclusione sociale è ancora lunga

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Si celebra oggi, 3 dicembre, la ricorrenza delle Nazioni Unite dedicata ai diritti, alla dignità e al benessere dei disabili. Il tema di quest'anno è "Promuovere società inclusive per le persone con disabilità per favorire il progresso sociale". Un'occasione per tirare le somme sui progressi compiuti nel tempo, ma anche per capire quanto ancora c'è da fare, dalla scuola al mondo del lavoro

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Si celebra oggi, 3 dicembre, la Giornata internazionale delle persone con disabilità, giunta ormai alla sua 33esima edizione: fu istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, con l’obiettivo di promuovere i diritti, la dignità e il benessere di chi è disabile. È un’occasione per tirare le somme, ogni anno, sui progressi compiuti dalla società verso l’inclusione sempre più capillare di chi ha una qualche forma di disabilità, ma anche per capire quanta strada ancora c’è da fare.

Giornata mondiale delle persone con disabilità, il tema del 2025

Il tema della giornata di quest’anno, non a caso, è “Promuovere società inclusive per le persone con disabilità per favorire il progresso sociale”, prendendo le mosse da quanto emerso durante la Seconda Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sociale di Doha dello scorso novembre. La dichiarazione politica che ha chiuso l’evento ricorda infatti gli “ostacoli persistenti” con cui ancora combattono le persone disabili: maggiori rischi di povertà, accesso limitato a un lavoro dignitoso e salari più bassi, mancanze nella protezione sociale, barriere all’autonomia, alla dignità e alla capacità decisionale all’interno dei sistemi di cura e supporto e accesso diseguale alle tecnologie assistive e ad ambienti accessibili.

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Le persone con disabilità e il mondo del lavoro in Italia

Molto si discute ogni anno di quale sia ad esempio la condizione lavorativa delle persone disabili. In Italia, per fare un esempio, dagli ultimi dati disponibili emerge come risulti occupato soltanto il 33,5% delle persone tra i 15 e i 64 anni con gravi disabilità. Inoltre, anche quando occupati, non sempre le posizioni lavorative corrispondono a competenze e livelli di qualificazione acquisiti. Non solo: non tutte le amministrazioni pubbliche hanno pienamente coperto le posizioni riservate dalla legge 68/1999, che promuove l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità attraverso il collocamento mirato. 

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Disabilità ed età infantile

Più ancora che per gli adulti, può essere complicato gestire una disabilità - specie quando viene a mancare il supporto istituzionale - per chi è ancora in età infantile. È un discorso che tocca molte persone nel mondo: l’Unicef stima che circa un bambino su dieci, per un totale di 240 milioni, sia disabile. È anche per questo che la divisione italiana dell’agenzia dell’Onu per la tutela dei minori ha individuato la situazione dei bambini e degli adolescenti con disabilità tra le priorità sulle quali le istituzioni, la società civile e l'opinione pubblica "dovrebbero essere più attente, per sostenere le famiglie e garantire i diritti di questi minorenni". L'Unicef evidenzia la mancanza di dati sui bambini più piccoli e le continue discriminazioni che bambini e adolescenti vivono in tutti gli ambiti della vita: dalla scuola (si segnala come il numero di insegnanti di sostegno non sia adeguato, e la loro formazione da migliorare), gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione (non garantiti uniformemente su tutto il territorio nazionale), alla partecipazione, al diritto al gioco, allo sport. Nell'anno scolastico 2023/2024 - ricorda l'Unicef, basandosi su dati Istat - sono quasi 359mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado (il 4,5% degli iscritti, fonte Mim), circa 21mila in più rispetto all'anno precedente (+6%). La quota di alunni con disabilità è più alta nella scuola primaria e secondaria di primo grado, dove si attesta al 5,5%, mentre diminuisce nella scuola dell'infanzia e nella secondaria di secondo grado (rispettivamente il 3,2% e il 3,5%). 

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