Influenza 2025, attesi sintomi più aggressivi. Pronti medici sentinella e laboratori
Salute e BenessereIntroduzione
Dopo la stagione da record dello scorso anno, che ha costretto a letto oltre 16 milioni di italiani, l'influenza è di nuovo alle porte. Non è facile fare previsioni sulle caratteristiche della malattia di questa annata, ma l'andamento della stagione nell'emisfero Sud preoccupa.
Quello che devi sapere
In Australia sintomi più aggressivi
"In Australia, nei primi sei mesi del 2025, abbiamo riscontrato un aumento di questo virus che ha generato sintomi un po' più aggressivi. Dal momento che l'Australia può anticipare quello che succede qui in Europa, dobbiamo essere pronti, prepararci con attenzione e ricordarci che la prevenzione è l'arma più potente che abbiamo a disposizione", ha spiegato il capo dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute, Mara Campitiello, sottolineando come la vaccinazione antinfluenzale sia importante soprattutto per i soggetti fragili.
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Non sottovalutare l’influenza
Campitiello ha invitato a non sottovalutare l'influenza: "Essendo una malattia comune si pensa che i sintomi siano leggeri e che non possano aggravarsi", ha precisato. "In realtà, nei soggetti particolarmente fragili, come gli anziani, o in categorie con patologie croniche, l'influenza può avere complicanze, può aumentare l'accesso al Pronto Soccorso e le ospedalizzazioni. Tuttavia - ha puntualizzato - anche i giovani devono fare attenzione perché ogni organismo reagisce in maniera diversa e non possiamo prevedere l'evoluzione dell'influenza".
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AH1N1 e B Victoria
"Anche in Italia si prevede una prossima stagione influenzale molto intensa - ha spiegato all'Ansa qualche settimana fa Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva all'Università di Milano - con la co-circolazione di vari virus influenzali insieme anche al virus respiratorio sinciziale e al virus SarsCoV2 del Covid. Sarà in circolazione, oltre al ceppo A H1N1, anche il ceppo influenzale B Victoria, come sta avvenendo in Australia, e dal momento che quest'ultimo è poco circolato negli anni scorsi, una gran parte di persone potrà essere suscettibile all'infezione proprio come accaduto nell'emisfero australe". Per quanto riguarda l'Italia, "molto dipenderà dall'andamento meteorologico. Ad ogni modo - è stata la previsione di Pregliasco - ci aspettiamo i primi casi in ottobre e prevediamo una stagione abbastanza intensa. Complessivamente, si stima verrà colpito dal 15 al 25% della popolazione rispetto al 22-23% dello scorso anno quando venne registrato il record di 15 milioni di casi totali".
Prudenza sull’andamento in Australia
Tuttavia va sottolineato che quanto accade in Australia non è per forza esattamente lo specchio di quello che accadrà nel nostro Paese. Secondo uno studio italiano inviato alla rivista Pathogen and Global Health, "è in realtà una semplificazione fuorviante: sebbene la stagione dell'emisfero meridionale sia un utile sistema sentinella per identificare i ceppi circolanti", non è detto che debba essere "un indicatore immutabile per la stagione dell'emisfero settentrionale. Non riflette automaticamente gli sviluppi futuri, la cui gravità dipende dalla complessa interazione di fattori locali come: la suscettibilità della popolazione, la copertura vaccinale complessiva e specifici parametri demografici e socioeconomici che influenzano la diffusione della vaccinazione".
I sintomi più comuni in Australia
Per quanto riguarda i sintomi rilevati nella stagione dell’emisfero meridionale, il ministero della Salute australiano li elenca in una pagina dedicata:
- febbre e brividi
- tosse
- mal di gola
- starnuti e naso chiuso o che cola
- stanchezza
- mal di testa
- dolori muscolari e articolari
In casi più rari:
- dolore addominale (pancia)
- nausea
- vomito
Medici sentinella e laboratori
Intanto il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità si sta mettendo in moto e tra qualche giorno medici sentinella e laboratori, distribuiti su tutto il territorio nazionale, segnaleranno la diffusione delle sindromi simil-influenzali nella popolazione e indagheranno i diversi agenti patogeni che le causano. I primi dati su scala nazionale sono attesi per fine mese.
I primi dati dei contagi delle sindromi simil-influenzali
Nel frattempo, le informazioni che arrivano dalle Regioni che si sono mosse in anticipo mostrano che i contagi sono ancora a bassissimi livelli, ma cominciano gradualmente a crescere. In Lombardia nell'ultima settimana di settembre, rispetto alla settimana precedente, si è passati da 5,7 a 6,6 casi di sindromi simil-influenzali per 1.000 abitanti. È il quarto aumento consecutivo dopo l'estate. Al momento, a causare le infezioni sono soprattutto Rhinovirus e SarsCoV2, mentre è trascurabile il contributo dei virus influenzali.
Vaccinazioni al via
Sempre in Lombardia, dalla fine di questa settimana prenderanno il via le vaccinazioni antinfluenzali in farmacia. Ieri, invece, hanno cominciato a farlo le farmacie del Lazio, che hanno ricevuto una parte delle oltre 1,3 milioni di dosi messe in campo dalla Regione. La campagna vaccinale è partita ieri anche in Puglia e nelle Marche. Si punta a fare meglio dello scorso anno, quando l'asticella si è fermata al 19,6% per la popolazione generale e al 52,5% per gli anziani, a fronte di un obiettivo di copertura nella popolazione target compreso tra 75 e 95%.
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Vaccino antinfluenzale e anti-Covid insieme
La vaccinazione è gratuita per le persone che appartengono alle categorie a rischio: anziani, persone affette da patologie, donne in gravidanza. In questa fascia della popolazione, in particolare, "la vaccinazione è uno strumento di protezione anche verso il neonato che fino a 6 mesi ha un sistema immunitario abbastanza debole: se ci proteggiamo noi, proteggiamo anche il nostro neonato", ha spiegato Campitiello, che ha anche chiarito che è possibile ricevere contestualmente il vaccino antinfluenzale con quello contro Covid-19. "È possibile fare una co-somministrazione: si è visto che è sicura", ha concluso. "Tutto, però, deve essere sottoposto alla valutazione del proprio medico: non possiamo affidarci a dottor Google".
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