Sanità, 1 anno per la mammografia e 190 giorni per colonscopia: le lunghe liste d’attesa

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

La piattaforma nazionale sulle liste d'attesa del ministero della Salute e Agenas restituisce uno spaccato su quanto bisogna aspettare in Italia per diverse prestazioni mediche. Bene le visite e gli esami d’urgenza, ma per quelli da programmare c’è una fortissima variabilità con prenotazioni fino a un anno dopo la richiesta. Il governo ha lanciato una crociata contro quello che rappresenta uno dei problemi più sentiti dagli italiani quando si tratta di sanità, promettendo di risolvere il problema, ma il quadro che emerge è tutt'altro che netto.

Quello che devi sapere

Il numero di prenotazioni nei primi mesi del 2025

La piattaforma sulle liste d'attesa contiene i dati relativi ai primi 5 mesi dell'anno: 23 milioni di prenotazioni di prime visite ed esami diagnostici, quasi 1 milione dei quali effettuati nel week end. I dati forniti sono aggregati e dunque non danno alcuna indicazione sulle differenze locali. In generale emerge che la gran parte delle visite e degli esami è erogata nei tempi previsti dalla classe di priorità: 3 giorni per la classe U (Urgente), 10 giorni per quella B (Breve), 30 o 60 giorni per la D (Differibile); 120 giorni per la P (Programmabile).

 

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Le criticità nelle urgenze

Ciò vale quasi sempre per le prestazioni urgenti e brevi, meno per quelle a più lunga scadenza. Tra le urgenze si è riscontrata qualche criticità nel caso della colonscopia che riporta fino a 190 giorni di attesa o in alcuni esami di elettromiografia o, ancora, con la gastroscopia.

 

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I tempi d’attesa per le urgenze

Al di là delle anomalie citate, in realtà il servizio sanitario risponde tempestivamente agli interventi che necessitano prontezza: le prime visite oncologiche, per esempio, vengono fatte in 2-3 giorni se urgenti, in 3-10 giorni se classificate come B. In questo caso, i tempi sono brevissimi anche quando le visite non hanno carattere di urgenza.

 

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Cosa succede per le prestazioni differibili

Nel caso delle prestazioni differibili la situazione è più articolata. I dati mostrano che anche in questa circostanza la gran parte delle prestazioni viene erogata nei tempi previsti. Tuttavia, le differenze sono molto ampie a seconda del tipo di visita che si vuole prenotare.

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I tempi d’attesa per le prestazioni differibili

Per una visita oculistica programmabile (che in media, a maggio, è stata erogata in 86 giorni a fronte dei 120 previsti), si possono attendere dai 20 ai 239 giorni; per una visita urologica da 20 a 173 giorni; per una dermatologica da 32 a 253 giorni. Anche nel caso degli esami la variabilità dei tempi d’attesa è molto ampia: per un'ecografia di capo e collo programmabile si va dai 15 ai 254 giorni di attesa; per una spirometria da 14 a 203; per un'elettrocardiogramma sotto sforzo da 13 a 159 giorni.

Maglia nera per mammografia e colonscopia

Nel caso degli esami con priorità programmabile, i ritardi più ampi si concentrano in quegli esami che si situano in aree per cui sono già disponibili i percorsi di screening: per una mammografia, invece dei 120 giorni previsti, si va dai 14 ai 320 giorni di attesa (anche se la metà degli esami è fatta tra i 62 e i 110 giorni); per la colonscopia si va dai 23 ai 360 giorni.

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Il problema dei rifiuti dei cittadini

Un ultimo dato che emerge dalla piattaforma sono i rifiuti: tra il 25% e quasi il 60% delle volte è il cittadino a dire no alla prima disponibilità offerta dal Cup.

Il commento del Nursing UP

"Siamo sicuramente di fronte a un passo in avanti in termini di trasparenza, ma serve il coraggio politico e la lungimiranza di guardare oltre la superficie: possiamo anche dotarci della più efficiente delle piattaforme, ma, se mancano gli infermieri e i professionisti sanitari, la macchina del servizio sanitario nazionale resta costantemente in riserva”, è il commento ai dati della piattaforma nazionale sulle liste d’attesa di Antonio De Palma, presidente del Nursing Up.

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La richiesta di assunzioni

"I numeri delle attese gradualmente li abbiamo davanti - ha detto ancora De Palma - ed è un bene, oggi, conoscerli fino in fondo ma i deficit saranno sanati e miglioreranno solo con un coraggioso piano di assunzioni, in grado di colmare il vuoto ormai strutturale di personale”. "E non servono solo medici: servono infermieri, tecnici, ostetriche, fisioterapisti. Tutti quei professionisti non medici che rendono possibile ogni esame, ogni visita, ogni intervento di prevenzione e cura", ha concluso.

 

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