Malattie tropicali neglette, in Italia colpite finora 4-5mila persone
Salute e Benessere
Le stime dell'AIfa e dell'Iss indicano che finora in Italia sono state registrate circa 4-5 mila diagnosi di malattie tropicali neglette, che colpiscono 1,6 miliardi di persone a livello globale. In occasione della Giornata mondiale a loro dedicata, viene sottolineata l'importanza della sorveglianza e della prevenzione
Dengue, leishmaniosi, lebbra, scabbia, ma anche rabbia, malattia di Chagas, echinococcosi cistica. Sono solo alcune delle 21 malattie tropicali neglette (Ntd, Neglected tropical diseases), così chiamate perché, nonostante siano responsabili di centinaia di migliaia di morti e colpiscano circa 1,6 miliardi di persone nel mondo, si fa poco o niente per contrastarle nei Paesi poveri dove tra malnutrizione e scarsa l’assistenza sanitaria trovano terreno fertile di coltura. Insieme queste malattie, causate da virus, batteri, parassiti e funghi, hanno un impatto sanitario globale nell'ordine di grandezza delle 3 “big killers”, ovvero Hiv/Aids, tubercolosi e malaria. Eppure non sono solo le aree tropicali più povere a doverne fare i conti: anche l’Italia è coinvolta con una stima di almeno 4-5 mila persone colpite finora. A fare il punto sull’incidenza delle malattie tropicali neglette è un comunicato dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dell’Iss (Istituto superiore di sanità), pubblicato a ridosso della giornata mondiale del 30 gennaio a loro dedicata.
La situazione in Italia
Seppur non endemica, la maggior parte di queste patologie è direttamente trasmessa nel territorio italiano. Fra queste la dengue, di cui nel 2024 si sono registrati 693 casi di cui 213 autoctoni, una cifra mai raggiunta prima. Sono invece 15 i casi di chikungunya, tutti di importazione, anche se in passato si sono verificati focolai autoctoni. Come spiegato da Aifa e Iss, dengue e chikungunya fanno parte delle arbovirosi, "malattie causate da virus trasmessi da vettori artropodi (come zanzare, zecche e flebotomi) che sono già soggette a una sorveglianza specifica nel nostro paese, ma non sono le uniche presenti tra le malattie neglette". Dal 1998, sono stati diagnosticati circa 600 casi di malattia di Chagas, trasmessa da cimici e potenzialmente letale, mentre centinaia di persone in Italia sono state colpite dalla strongiloidosi: una malattia causata da un verme nematode parassita di piccole dimensioni. In particolare, tra le malattie neglette con più diagnosi in Italia, Isa e Aifa segnalano la schistosomiasi, la strongiloidosi (elmintiasi trasmessa dal suolo) e la malattia di Chagas, ma anche la cisticercosi, la scabbia, la filariosi, la leishmaniosi ed l’echinococcosi cistica. Alcune survey hanno rilevato anche la presenza di tracoma, oncocerchiasi, lebbra e più recentemente opistorchiasi (trematodiasi alimentare), chikungunya e dengue. Inoltre, alcune di queste malattie sono storicamente endemiche in Italia, grazie alla presenza di vettori come i pappataci per la leishmaniosi e gli ospiti intermedi e definitivi (come ovini e cani da pastore) per l’echinococcosi cistica. In particolare l’echinococcosi cistica (malattia zoonotica parassitaria) è la Ndt di maggiore rilevanza in Italia con un tasso di incidenza media di circa 15 casi ogni milione di abitanti.
L’importanza della sorveglianza
Per questo, ha spiegato la direttrice del dipartimento Malattie infettive Iss Anna Teresa Palamara "dobbiamo sorvegliare la loro circolazione e attivarci quando necessario, lavorando per rimuovere le cause che aumentano la diffusione dei patogeni e rendono gravi anche infezioni banali legate a povertà, malnutrizione e impossibilità di fare diagnosi". Altrimenti "non solo virus e batteri arriveranno più facilmente nei nostri Paesi, ma mutazioni e ricombinazioni genetiche finiranno per far emergere infezioni sconosciute ai nostri sistemi immunitari e senza terapie adatte a contrastarle". Come sottolineato dal presidente Aifa Robert Nisticò e dal presidente Iss Rocco Bellantone è importante parlarne in quanto "la mobilità di persone, cibi, animali, l'aumento dei viaggi, in aree più o meno remote del mondo, determinano l'acuirsi di un rischio che si è già reso evidente e che sarà destinato ad aumentare anche a causa del cambiamento climatico", che può portare a una maggiore presenza di vettori.
Le iniziative contro le Ndt
Le iniziative contro le malattie tropicali neglette "sono sostenute da uno dei più grandi programmi globali di donazione di medicinali: attualmente, 20 diversi tipi di farmaci sono donati da 12 produttori", con "quasi 30 miliardi di compresse e fiale" dal 2011 e "1,8 miliardi donati e consegnati per le cure effettuate nel solo 2024”, ha spiegato Nisticò. Come sottolineato dal presidente Aifa, è cruciale rilanciare "programmi per la sicurezza dell'acqua, i servizi igienico sanitari e l’accesso all'assistenza sanitaria”, oltre a prevedere "forme di sostegno internazionale alla ricerca di nuove e più efficaci terapie".
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